L'aria che tira, la moglie di un pescatore liberato: "Chiamavamo spesso la Farnesina, non ci diceva nulla"
“Dopo tre mesi e mezzo finalmente una bella notizia”. Così Rosaria Giacalone, moglie di uno dei pescatori siciliani sequestrati in Libia e tenuti prigionieri per 108 giorni, è intervenuta in collegamento con Myrta Merlino, con quest’ultima che ovviamente ha dedicato ampio spazio alla questione durante L’aria che tira su La7. “Noi chiamavamo spesso la Farnesina, ma non ci diceva niente. Fino a ieri sera non ci hanno detto nulla”, ha svelato la signora che però non è interessata alle polemiche con il governo (oggettivamente imbarazzante per aver lasciato degli innocenti per tre mesi e mezzo in un carcere libico), ma solo a riabbracciare suo marito.
“L’ultima e unica chiamata con lui c’era stata l’11 novembre, era molto provato ma mi aveva consolato dicendomi di non preoccuparmi. Però nessuno sta bene in carcere, soprattutto se innocente, mio marito deve stare a casa con la famiglia”. La notizia della liberazione dei pescatori italiani è arrivata poco dopo le 10 del mattino di giovedì 17 dicembre, con un Giuseppe Conte sempre più alla frutta: si è imbarcato con Luigi Di Maio alla volta della Libia per una inutile passerella, di conseguenza è slittata ulteriormente la riunione a Palazzo Chigi per decidere una volta per tutte queste benedette regole per Natale.