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Non è l'Arena, lo sfogo di Massimo Giletti: "Dopo anni di tagli alla sanità, non ci possiamo aspettare grandi risposte"

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"Quando un Paese per anni, con governi di destra e sinistra, fa tagli pesanti o mancati investimenti nel mondo della sanità, noi non ci possiamo aspettare grandi risposte". Inizia così lo sfogo con cui Massimo Giletti apre la puntata di Non è l'Arena. Il conduttore ha messo in luce tutti i problemi del mondo medico, che adesso non ci permettono di rispondere adeguatamente alla pandemia. "Quando c'è un numero chiuso a medicina da sempre, quando c'è il numero chiuso nelle specializzazioni, come possiamo pensare di mettere su terapie intensive, dove servono proprio infermieri e medici specializzati?". Giletti, poi, ha ricordato che in piena emergenza, a marzo, non si  faceva altro che elogiare medici e infermieri, chiamati anche angeli o eroi, però ha puntualizzato: "Io mi ricordo la busta paga di questi medici e infermieri. Un infermiere mi inviò la sua: aveva avuto solo 36 euro in più per tutti gli straordinari. Ora che è arrivata la seconda ondata si è impreparati, ma è complicato, si fanno i concorsi adesso". E ancora: "Per una medicina scarsa si rischia di chiudere tutto un Paese. E, come noi, tutti gli altri Paesi europei stanno rispondendo in questo modo, è un problema generale". 

 

 

 

 

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