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Federica Panicucci a Libero: "Da giovane sono stata oggetto di body shaming, ho sofferto molto"

Francesca Carollo
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L'appuntamento telefonico è alle 11.30. Alle 11.30 spaccate arriva il suo messaggino: «Quando vuoi ci sono». Precisa e puntualissima, come la trasmissione che conduce da dodici anni - Mattino Cinque - nella rete ammiraglia di Mediaset, Canale5. Ogni mattina dal lunedì al venerdì Federica Panicucci dà il buongiorno agli italiani. In libreria e su Amazon ora c'è anche il suo libro Il coraggio di essere felice. Piccoli segreti per vivere meglio dove racconta come ha imparato a mettere la felicità al primo posto, ma dove svela anche le sue piccole debolezze, le insicurezze che accompagnano la vita di ogni donna, le paure che riesce a sdrammatizzare, strappando una risata ai lettori. «Ho smesso di assecondare e ho smesso di compiacere. È stato in quel preciso istante che ho accettato il cambiamento. È stato in quel preciso istante che ho iniziato a essere felice».

 

 

Leggendo il suo libro, dove racconta come ogni giorno si sforzi affinché tutto sia perfetto, lei pianifica, organizza, incastra. Mi verrebbe da dire, Federica "la perfettina", lei in questa definizione ci si ritrova?
«In realtà sono tutt'altro che perfetta, ho scritto un intero capitolo dedicato esclusivamente alle mie ossessioni, e forse il fatto di non essere perfetta mi induce invece a cercare di esserlo in maniera smodata. Il tentativo di avere tutto sotto controllo rappresenta semplicemente il mio desiderio che sia così. Ma di fatto non mi sento una "perfettina"».

Ne esce anche una Federica descritta come l'amica che riesce sempre a farti fare una risata. Dotata di grande ironia, verso se stessa e gli altri. In effetti lei in tv sorride sempre, è una bella qualità. Ma non conoscevo il suo lato più guascone...
«Guardi, io sono esattamente quella del libro. È chiaro che ci sono dei frangenti della mia vita in cui mi apro nei confronti delle persone - poche - le mie persone più care; il grande pubblico forse in alcuni momenti mi ha visto così, in altri no, semplicemente perché non c'è stata l'occasione. Però questo libro è anche un modo per farmi conoscere di più».

Lei condivide tantissimi consigli per prendersi cura di sé, rituali di benessere, quanto sono importanti per noi donne?
«Sono rituali di benessere soprattutto mentali. Una serie di atteggiamenti propositivi che secondo me bisogna avere nei confronti di noi stessi, degli altri e della vita in generale. Credo ci aiutino a vivere meglio, soprattutto oggi. La giornata può prendere una piega positiva o negativa a seconda dell'impostazione che tu vuoi dargli. Puoi decidere che sia la migliore che tu abbia mai avuto, o la peggiore, o banalmente che sia buona. Io racconto proprio la capacità che ognuno di noi ha, nel quotidiano, di far sì che la sua non sia una giornata persa. Perché non ce la ridarà nessuno. Cambiando l'impostazione della mente si possono davvero ottenere dei grandi risultati, e vivere meglio».

Lei scrive: «Quando pensi che "tanto ormai la mia vita è così e non cambierà" ecco, è in quel preciso istante che devi impegnarti al massimo. E il cambiamento, se davvero lo vuoi e ti impegni arriva». Per lei è stato così? Ha sempre pensato che poteva plasmare la sua vita come voleva?
«In realtà non l'ho mai pensato, ma è successo. Oggi mi guardo indietro e realizzo che evidentemente il mio fortissimo desiderio e la mia capacità di convogliare tutte le energie nei confronti di qualcosa che volevo, hanno sortito il risultato voluto. Inizialmente non ne ero conscia, poi crescendo ho capito che invece nelle cose bisogna davvero impegnarsi moltissimo per raggiungere l'obiettivo. È il potere dei sogni: se puoi sognarlo, puoi farlo».

Da bambina la prendevano in giro, le dicevano che se fosse arrivata una folata di vento lei non sarebbe di certo caduta, alludendo ai suoi piedi smisurati su gambe così magre. A parte che i suoi piedi non direi affatto siano così smisurati, ma davvero queste gambe magre erano un problema?
«Ho il 38 e mezzo, quali piedi smisurati?! È solo che su una gamba così magra potevano sembrare più grandi. Ma erano gli altri che me lo facevano notare, prendendomi in giro, e così per me questo è diventato un complesso. Io ci soffrivo, sono stata vittima di body shaming, una forma di bullismo sugli aspetti fisici molto in voga oggi, ahimé. Io ci ho scritto un capitolo intero».

Quando si accende la tv e la si vede, lei è molto bella, alta, magra, garbata, dai modi eleganti. Piace di più alle donne o agli uomini?
«Nel mio profilo Instagram ho un milione di followers e la maggior parte sono donne. Guardi, da loro sento un grande affetto. Poi io lavoro in televisione da trentatré anni, ho cresciuto molte persone, in tanti ancora mi scrivono, uomini e donne. Mi seguono dai tempi del Festivalbar, hanno fatto un pezzo di strada con me».

Lei parla di contapassi, di ginnastica in casa: tutte cose low budget che si può permettere chiunque. Niente palestre esclusive anzi, racconta le sue domeniche in casa con le ciabatte e la tuta. Insomma, una donna normale, l'anti diva.
«Racconto semplicemente la mia quotidianità, perché prima di tutto sono una mamma di due adolescenti, una donna che si occupa della casa, della spesa, del pranzo e della cena, magari più fortunata di altri perché posso permettermi un aiuto o perché faccio un lavoro che amo follemente e quindi sono una privilegiata, ma sono ancorata molto bene a terra. Sono una donna che conosce perfettamente le problematiche di oggi, e che non si distacca mai dalla realtà».

A un certo punto della sua vita arriva Marco (Bacini, il suo attuale compagno), dopo anni di incontri mancati per un soffio e telefonate non risposte tra voi due. Incredibilmente vi siete incrociati, persi, ritrovati, ripersi. Fino a che non è scoppiato l'amore. Lei pensa che se qualcuno destinato a te è così e basta?
«Credo che se questo è il tuo destino non lo puoi cambiare. Credo che noi fossimo in qualche modo destinati ad approfondire la nostra conoscenza, viste tutte le volte che ci siamo incontrati e persi. O almeno mi piace pensare che sia così. Io e Marco ci ripensiamo spesso, sa?».

Mi ha colpito un concetto in cui lei crede, e che io condivido, e cioè che nella vita bisogna sempre "avere fame". Da cosa nasce?
«Guardi la mia era una famiglia assolutamente normale. Per me "avere fame" è il desiderio di migliorarmi sempre, è l'ambizione, la fame di conoscenza, di vita, di tutto. Perché nel momento stesso in cui ti arrendi, hai come smesso di vivere. Ed è la fame che cerco di insegnare ai miei figli. Spiego loro che nella vita bisogna essere curiosi, avere stimoli, cercare di raggiungere sempre maggiori obiettivi, perché così c'è un arricchimento quotidiano».

In questo momento difficile, da mamma, cosa dice ai suoi ragazzi?
«Io ho una ragazzina di quindici anni e uno di tredici. Da marzo come tutti viviamo questa situazione, all'inizio ci sono stati sgomento, paura dell'ignoto, incapacità di comprendere qualcosa che peraltro era difficile capire anche per noi adulti. Ora invece abbiamo sviscerato tutto assieme. Io credo che i ragazzi vadano informati, gli si deve parlare in maniera chiara e lucida, rassicurandoli anche. Perché un adulto deve tranquillizzare, ma io per fortuna ho due bravi ragazzi che hanno compreso molto bene quello che stiamo vivendo».

Chiudiamo con una bella immagine: lei in cucina che fa il ciambellone, nel libro dice che le riesce bene. Che voto si dà ai fornelli? Cosa le viene meglio?
«Ah, sono brava, mi do un 8. Il piatto che mi riesce meglio? Le lasagne, sì...lasagne». Poi ci pensa, ancora un po', e aggiunge: «beh, anche la pizza, l'arrosto, i primi, i dolci... Insomma, qualsiasi cosa mi riesce bene!». Perfettina. Ma nel senso più alto del termine. Anche se lei non ci crede.

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