Katia Follesa torna alla ribalta con un nuovo progetto televisivo: Comedy Match. Un format che sembra già promettere bene, forse perché, come lei stessa spiega a La Repubblica, ha semplicemente deciso di portare in scena "la televisione che guarderei". Un’intuizione che si accompagna alla sua dichiarata passione per la comicità surreale: "Una fan accanita della Gialappa’s", confessa.
Prima di intraprendere la carriera artistica, la Follesa si muoveva in tutt’altro ambito. Racconta infatti: "Lavoravo in una holding finanziaria: recuperi societari e fallimenti con i colletti bianchi e agli avvocati. (...) Poi la società è fallita, il karma. Per fortuna frequentavo la scuola di teatro Quelli di Grock, pensavo di fare l’attrice impegnata". Un inizio insolito che l’ha portata, con il tempo, a ritagliarsi uno spazio tutto suo nel mondo dello spettacolo.
Un lungo percorso personale, dopo problemi di natura psicologica, l’ha condotta a riscoprirsi e ad accettarsi. Un cammino profondo, fatto anche di introspezione: "Sono stata per venti anni in terapia e se ho ritrovato la parte di Katia che avevo perso di vista, lo devo al lavoro che ho fatto su me stessa". Da questa rinascita ha tratto linfa per la sua comicità: "ho fatto dei miei difetti il punto di forza nella comicità".
Nel ruolo di madre, Katia si impegna a essere presente, imparando dagli errori del passato familiare: "a differenza dei miei genitori, voglio esserci. Mia figlia Agata ha quindici anni, deve ancora sbocciare, è molto sensibile e premurosa. Mi dà grandi soddisfazioni. Ora è nella fase: 'Voglio un fidanzato, ce l’hanno tutte le mie amiche'", conclude la Follesa con schiettezza.