Fiorello, falsi festini a luci rosse: denunciato, ma la colpa è dei magistrati

domenica 20 aprile 2025
Fiorello, falsi festini a luci rosse: denunciato, ma la colpa è dei magistrati
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Rosario Fiorello è indagato per diffamazione dalla Procura di Imperia. Lo showman è stato denunciato per una battuta fatta nel suo spettacolo, “Viva Raidue”. «Toti è arrestato, il suo vice è finito in un’inchiesta con escort e cocaina: questa non è una Regione, è un rave, d’ora in poi chi vuole andare in Liguria deve essere maggiorenne». Ecco la frase incriminata. Certo che Fiorello è innocente. Il suo format, di successo straordinario, era una rassegna stampa umoristica. Lui leggeva le notizie e ci scherzava sopra. Non ha insultato, ma esercitato il legittimo diritto di fare satira.

Il problema però è che innocente è anche chi lo ha querelato, Alessandro Piana, il vice a cui l’attore allude. Già, perché il consigliere regionale leghista non c’entrava nulla con l’inchiesta, non è stato neppure indagato. È stato tirato in mezzo da un’intercettazione ambientale nella quale due clienti sostenevano che gli fosse stata messa a disposizione una escort. «Non ho mai partecipato a festini né assunto droghe. Non ho idea di come il mio nome sia finito nelle carte. Così si ammazza la gente» aveva detto Piana, ma la voce di chi si difende riesce a farsi sentire sempre meno di quella di chi lo infama.

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E allora come si fa? Il barbaro sistema della giustizia mediatica vuole che chi viene accusato ingiustamente debba tacere e confidare nella magistratura. Poi, se viene scagionato o assolto, benché innocente debba baciare grato la mano del sistema che l’ha distrutto, felice di aver scampato guai maggiori. Eppure ci sarebbero leggi che vietano la pubblicazione di atti d’inchiesta non rilevanti rispetto alle accuse, ancora più se riguardano persone che neppure rischiano di finire a processo.

C’è qualcuno che ha inserito il nome di Piana nelle carte, in un’ordinanza di custodia cautelare che riguardava altri, benché consapevole che non ci fossero neppure gli elementi per indagarlo. Poi c’è qualcuno, si immagina e si spera qualcun altro, che ha messo il tutto in bella evidenza sulla scrivania dei giornalisti. Infine, c’è qualche giornale che non ha resistito alla tentazione di trasformare un gossip in una notizia e di farne un titolo. Forse per solleticare il voyerismo dei lettori, cui volentieri taluno sacrifica la reputazione di un politico; forse addirittura perché, come ha detto Fiorello, «arrestato il presidente, finito in un’inchiesta il vice, adesso ne serve un altro». Il che tradotto significa: questa giunta di centrodestra deve andare a casa perché la sinistra deve riprendersi la Liguria e come osano Toti a resistere benché agli arresti e Piana a fare le sue veci in Regione? Quindi, vai con il fango sul vicepresidente in modo che muoiano Sansone e tutti i filistei.

Ha funzionato così nella vicenda che ha dilaniato la Liguria lo scorso anno. Ciascuno ha messo il suo picocolo mattoncino nell’opera ingegneristica di demolizione della giunta Toti, perché apparisse un quadro molto peggiore di quello che era in realtà contestabile al governatore, e la somma dei singoli apporti ha costruito sulla Regione un castello accusatorio che alla fine è risultato insostenibile. A fare giustizia ci hanno pensato gli elettori, scegliendo Marco Bucci nel segno della continuità. Solo una volta che la sinistra ha perso la battaglia, Piana ha potuto avere giustizia: l’ex sindaco di Genova è diventato governatore a fine ottobre e a novembre, guardacaso, i pm hanno stralciato definitivamente il nome del leghista dall’inchiesta.

«C’è stato un errore di identificazione»,si legge nella motivazione: il vicepresidente risultava essere a un festino al quale però in realtà non aveva mai partecipato, come dimostrano le immagini della videoconferenza alla quale invece presenziava nella data sospetta e che ha subito prodotto. «Vicenda grottesca, durante tutta la campagna elettorale sono stato attaccato come quello dei festini anche se l’inchiesta era chiusa in realtà da mesi. Per correttezza i pm avrebbero potuto finirla prima, visto che io sono sempre stato corretto con loro» commentò Piana. Ma le sue accuse sacrosante non hanno avuto dalla stampa neanche una minima parte del rilievo con cui sono stati celebrati i particolari piccanti, e falsi, che le carte dell’inchiesta riportavano contro di lui. Quindi per trovare giustizia, e magari pagarsi gli avvocati, si querela Fiorello, il più debole e innocente nella lunga catena di errori.

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