Edizione numero 70 in arrivo per i David di Donatello che saranno assegnati il prossimo 7 maggio nello storico Teatro 5 di Cinecittà e in diretta su RaiUno, Radio2, RaiPlay e Rai4K. Ieri è stato il giorno dell’annuncio delle attese “cinquine” dalle quali è saltato agli occhi in pochi fotogrammi un quadro nel quale, ancora una volta, a prevalere sul grande schermo italiano sono tutte le sfumature possibili di rosso. Praticamente un peana per il film campione di nomination: Berlinguer - La grande ambizione che, assieme al lungometraggio epico Parthenope di Paolo Sorrentino, ha collezionato ben quindici chiamate. Seguono con 14 candidature Vermiglio e L’arte della gioia, l’applauditissima serie Sky diretta da Valeria Golino (candidata “di casa” in quanto anche componente del consiglio direttivo dell’Accademia del Cinema italiano che organizza il premio). Questi quattro titoli oltre a Il tempo che ci vuole (6 nomination) di Francesca Comencini compongono le due cinquine più ambite, quelle per il miglior film e la miglior regia. Una cornice dalla quale emerge con nettezza quello che la stessa presidente dell’Accademia del Cinema, Piera De Tassis, definisce “il racconto morale” (giusto per restare coerentemente nel lessico berlingueriano) che intende essere il cinema italiano di questo 2025 ideologicamente e forse più che mai appannaggio della sinistra.
Ennesima smentita alle prefiche pronte a lamentare la presunta occupazione manu militari da parte del Governo Meloni, (presente la sottosegretaria del Mic, Lucia Borgonzoni), oltre che della Rai anche di Cinecittà. Spicca, semmai, che in questa spennellata di sinistro politically correct applicato alla celluloide in cui certo non poteva mancare la sottolineatura del fatto che, per la prima volta, nelle due cinquine più importanti, tre film su cinque sono stati diretti da registe donne: (Maura Del Pero, la Comencini e la Golino) non sia stato lasciato spazio all’araldo storico della narrazione lgbt+ sul grande schermo, Ferzan Ozpetek che (ironia della storia) proprio quest’anno col film più femminile della sua intera carriera, Diamanti, ha preso solo due nomination che, nel caso fossero premiate, andrebbero comunque a ingrassare pure loro l’affollatissima tribuna di sinistra.
Propaganda Live, in tv è già partita la corsa al 25 Aprile
Ottant’anni dalla Liberazione meritano una Propaganda Live extralarge. «Il prossimo 25 aprile sarà di...Le due artiste candidate per il film del regista italo-turco sono infatti Giorgia perla migliore canzone originale e Geppi Cucciari come miglior attrice non protagonista. Oltre ciò per Ozpetek l’ottima consolazione del “David dello spettatore”, grazie ai record al box office di Diamanti. A rappresentare in prima fila la comunità lgbt+ in questi David ci sarà un artista decisamente più vicino al pensiero woke. Si tratta di Mika, cantautore internazionale che la Rai ha scelto come conduttore della 70esima edizione assieme all’attrice Elena Sofia Ricci. Tra le 24 produzioni in nomination due sono serie Sky: L’arte della gioia e Dostoevskj. Nessuno scandalo, secondo la De Tassis perché sono comunque usciti in sala. «In ogni caso, non vivo la contrapposizione tra cinema e serie tv, alcune serie sono film straordinari, l'importante è il linguaggio. È il cinema che evolve e il David non può rimanere indietro». Gli altri 18 titoli italiani che si spartiranno le statuette saranno Gloria! (9 candidature), Familia (8), Il tempo che ci vuole (6), Le Déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta (4), Napoli - New York (4), Campo di Battaglia (3), Ciao bambino (2), Confidenza (2), Iddu (2), Il ragazzo dai pantaloni rosa (2), El Paraiso (1), Hey Joe (1), I bambini di Gaza (1), Il treno dei bambini (1), Io e il Secco (1), Limonov (1), Vittoria (1) e Zamora (1). I cinque film stranieri in gara saranno: Anora, Conclave, Giurato numero 2, La zona d’interesse e Perfect days.