L’offensiva dell’amministrazione Trump contro le iniziative di diversità, equità e inclusione (Dei) delle aziende e delle università continua. La Commissione federale per le comunicazioni degli Stati Uniti (Fcc) ha annunciato venerdì l’apertura di un’indagine a carico della Disney e della sua filiale Abc per verificare se è in corso una promozione della diversità che non rispetta le leggi governative.
«Sono preoccupato dal fatto che Abc e la sua società madre abbiano incoraggiato e possano ancora incoraggiare forme sleali di Dei in modo non conforme alle norme della Fcc», ha scritto il presidente della Fcc Brendan Carr in una lettera indirizzata a Disney e diffusa su X.
Negli ultimi anni, la promozione della diversità alla Disney è diventata una priorità tale da «infettare molti aspetti del processo decisionale della vostra azienda», ha accusato Carr. Un portavoce di Disney ha dichiarato che l’azienda sta esaminando la lettera. «Non vediamo l’ora di collaborare con la commissione per rispondere alle sue domande», ha affermato.
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Il presidente Donald Trump ha celebrato ieri, mercoledì 26 marzo, il Women's History Month nella East Room de...Nominato alla guida della Fcc da Trump lo scorso novembre, Carr ha intensificato il controllo sui media. A febbraio, il presidente della Fcc aveva già avviato un’indagine contro National Public Radio (Npr), Public Broadcasting Service (Pbs) e sulle pratiche di inclusione di Verizon e Comcast/NbcUniversal Comcast, ringraziando il presidente americano per la sua volontà di «sradicare la piaga della Dei».
Da quando è tornato alla Casa Bianca, Trump sta cercando di smantellare i programmi di inclusione delle minoranze in tutti i settori della società americana. Li ha dichiarati illegali all’interno dello Stato federale e minaccia di perseguire le aziende che li attuano. Oltre alle istituzioni federali, alcune grandi aziende statunitensi – tra cui Google, Meta, Amazon e McDonalds – hanno abolito del tutto o ridotto significativamente i loro programmi pro-diversità. Le commissioni Dei, sotto i dem, si erano trasformate in una sovrastruttura burocratica onnipresente. Incaricate di tutelare le minoranze, erano diventate decisive per decidere chi assumere, chi promuovere e chi licenziare, fino a diventare strumento di discriminazione al contrario, poiché prendevano le proprie decisioni basandosi non sul merito dei candidati e dei lavoratori ma sulla loro appartenenza a una o più categorie protette dall’ideologia woke. L’offensiva di Trump, tuttavia, ha soltanto accelerato una tendenza. Un articolo del New York Times, pubblicato il 13 marzo, ha evidenziato infatti che quest’anno il numero di aziende nell’indice S&P 500 che hanno utilizzato il termine «diversità, equità e inclusione» nelle dichiarazioni finanziarie è diminuito di quasi il 60% rispetto al 2024: «Le grandi aziende hanno iniziato a evitare di assumere posizioni forti sui Dei prima del ritorno del presidente Trump, ma la tendenza ha subito una rapida accelerazione in seguito». E ancora: «In un certo senso, il cambiamento riflette un modello di aziende che inseguono ciò che sembra più opportuno socialmente e politicamente».
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La campagna di Trump contro le iniziative di diversità, equità e inclusione sta avendo ripercussioni anche oltre i confini degli Stati Uniti. Le aziende francesi con contratti con il governo Usa hanno infatti ricevuto una lettera dall’ambasciata statunitense a Parigi, in cui è stato chiesto di conformarsi all’ordine esecutivo di Trump che vieta i programmi Dei. Nella lettera si sottolinea che il divieto «si applica a tutti i fornitori e prestatori di servizi del governo degli Stati Uniti, indipendentemente dalla loro nazionalità e dal Paese in cui operano». «Le ingerenze americane nelle politiche di inclusione delle aziende francesi, così come le minacce di dazi doganali ingiustificati, sono inaccettabili», ha reagito il ministero francese del Commercio estero, Laurent Saint-Martin, in un comunicato trasmesso all’Afp, prima di aggiungere: «La Francia e l’Europa difenderanno le loro aziende, i loro consumatori, ma anche i loro valori».