Angelo Duro sbrocca: "Si accettano i gay, ma se dico che mi piace la fi***..."

mercoledì 26 marzo 2025
Angelo Duro sbrocca: "Si accettano i gay, ma se dico che mi piace la fi***..."
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"Mi sento triste, abbattuto, confuso e scoraggiato". Angelo Duro si è sfogato così dopo l'ennesimo attacco arrivato dalle femministe. Il comico è noto al grande pubblico per utilizzare nei suoi spettacoli un linguaggio un po' colorito, etichettabile come "dark humor". "Ho tre belle notizie - aveva dichiarato al teatro comunale di Bolzano -. Ieri (lunedì 24 marzo ndr) ho scritto un post in cui raccontavo a cosa ho rinunciato nella vita per preservare la mia salute, ma che alla f**a non ho mai detto di no, e mai lo farò, e qualche eterofobico si è indignato. Oggi, se qualcuno dice di essere gay e che gli piace il c***o, tutti lo applaudono. Lo incoraggiano a essere se stesso, a vivere la sua sessualità senza vergogna. “Bravo, vivi la tua verità”, dicono. Ma se io dico che mi piace troppo la f**a, subito mi chiamano porco, maniaco sessuale, un disgraziato. È assurdo. Si accettano i gay che fanno sesso con persone del loro stesso sesso, ma ancora non accettano me che voglio stare con donne. Loro che si baciano tra uomini sono visti come normali, mentre io che mi piace stare con donne sono ancora visto male. È una vergogna". 

E poi ha rincarato la dose. "Sono astemio da sempre, non ho mai bevuto caffè né fumato, non mangio carne da dieci anni, ma alla fa non rinuncio. E durante i miei tour ne incontro tanta. Stasera è il turno della fig*** di Bolzano", ha scritto in un post al centro della bufera mediatica.

Da qui la reazione indignata di femministe e collettivi. Come Spazio autogestito 77 che ha sottolineato come "nel 2025 c’è ancora chi pensa che ridurre le donne a oggetti sessuali sia comicità dissacrante. Non è un caso che personaggi come Duro trovino consenso in un’epoca di deriva fascista e sessista. La sua 'comicità' non è solo maschilismo, ma riflette una cultura autoritaria che ridicolizza i deboli, glorifica la sopraffazione e normalizza il linguaggio dell’odio. Duro trasforma il sessismo in intrattenimento, alimentando un’immagine in cui la donna è nemica, preda o territorio da conquistare".

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