Littizzetto, arriva un'altra denuncia: "Ora inginocchiati"

Dopo il tenente Trabucco, si muove anche l'Associazione nazionale del Fante: nel mirino sempre la comica torinese
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martedì 25 marzo 2025
Littizzetto, arriva un'altra denuncia: "Ora inginocchiati"
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Piove sul bagnato per Luciana Littizzetto. O meglio, piovono guai legali. L'infelice battuta pronunciata qualche settimana fa in studio a Che tempo che fa sul Nove, appollaiata sulla scrivania dell'amico Fabio Fazio, rischia di rovinarla.

"Noi italiani non siamo capaci di fare le guerre, facciamo cag***simo a combattere", aveva detto con il sorriso tra le labbra, commentando il piano Rearm Europe di Ursula Von der Leyen. Da quel giorno, generali, comandanti, tenenti e capitani l'hanno criticata duramente, considerando quelle parole come uno sfregio alla storia dell'esercito e ai soldati che hanno perso la vita su un campo di battaglia in questi decenni. Il tenente Pasquale Trabucco, presidente del Comitato 4 Novembre, ha deciso di querelarla. E non sarà il solo.

Ad aderire alla iniziativa legale del generale arriva ora l’Osservatorio vittime del dovere, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, che ha definito le frasi della comica torinese "commenti offensivi per i familiari e discendenti di coloro che hanno perso la vita nella difesa della Patria". Si schiera anche l’Associazione Nazionale del Fante, che con una nota del presidente Gianni Stucchi "stigmatizza" l'affermazione della Littizzetto in quanto "profondamente lesiva dell’onorabilità dell’Esercito Italiano e di tutti gli uomini e donne che hanno servito e servono con onore e disciplina questa gloriosa Istituzione patria".

Quindi si ricorda "con commossa fierezza quali siano stati, in 164 anni di storia, gli olocausti sofferti dalle giovani generazioni d’italiani chiamati a combattere per volontà della Nazione e sublima la Gloria di tutte le Armi e di tutti i Corpi dell’Esercito Italiano, plasticamente affidata ai Labari e ai Medaglieri di tutte le Associazioni Nazionali che non cessano di perpetuarne la memoria e il supremo monito".

Infine, il passaggio più duro: si auspica che "la suddetta signora ritratti prontamente l’offesa e riconsideri l’opportunità di rileggere tutte le fonti attraverso cui stupirsi della capacità del Soldato italiano" e "si inginocchi” di fronte ai soldati italiani di ieri, oggi e domani.