
Roberto Benigni "un uomo solo. Cos'è diventato": chi sgancia il siluro (da sinistra)

Dov'è finito Roberto Benigni? A sinistra lo show su Rai 1 Il Sogno sarà sembrato, appunto, un sogno di resistenza a Giorgia Meloni e al governo di centrodestra, un inno all'Unione europea e pure all'esercito comune, un'appendice televisiva alla piazzata rossa romana di qualche giorno prima.
Avrà sorriso Michele Serra, da casa. Avranno brindato in redazione a Repubblica, e pure al Nazareno anche se lì, forse, la situazione è un bel po' più ingarbugliata. In realtà, l'impressione di noia ha surclassato anche le battutacce cattive ma telefonatissime sulla premier, su Elon Musk, su Donald Trump. Tutto già visto e sentito, in fondo, qualche settimana fa all'Ariston, sul palco del Festival di Sanremo.
"Come trasformare il Vangelo nel Main Kampf": l'attacco-choc dell'autore di Bengini a Giorgia Meloni
Proprio a quella ospitata extra-lusso, strombazzatissima ma decisamente più breve di quanto annunciato (poco più di 10 minuti) va la mente di Nanni Delbecchi, che sul Fatto quotidiano verga poche ma durissime righe sul comico e regista premio Oscar. "Sogno o son desto? Se lo chiedeva Roberto Benigni su Rai 1, in eurovisione come il Festival di Sanremo, e se lo chiedeva anche il telespettatore mentre il monologo dopo due ore filate si avvicinava pericolosamente alla mezzanotte. Sogno, son desto – si chiedeva il telespettatore – o mi sto solo addormentando? Era il Manifesto di Ventotene o il televoto di Sanremo? Si omaggiava Altiero Spinelli o Carlo Conti? Nel dormiveglia, si fatica a distinguere".
"Caro estremista europeo...": il pesantissimo messaggio di Adriano Celentano a Roberto Benigni
Il critico del Fatto esprime la delusione e la malinconia di chi ha conosciuto Benigni 40 anni fa e oltre. Il Benigni davvero scapigliato, irriverente, iconoclasta, a tratti blasfemo. Contro tutto e contro tutti. Le sparate euroliriche non sono piaciute a molti (anche se la versione "estremista europeo" ha mandato in solluchero Adriano Celentano, uno che di monologhi se ne intende) e hanno confermato una sensazione ormai maturata da anni: "Roberto!" (da leggere rigorosamente con l'euforia di Sophia Loren quando annunciò la sua vittoria in quella notte a Hollywood con La vita è bella) è invecchiato, e ci mancherebbe. Ma il guaio è che è invecchiato male, si è imbolsito.
"Il Benignaccio del corpo sciolto, il poeta dell'intestino cieco si era trasformato in un telepredicatore col cuore in mano", chiosa Delbecchi, "un uomo solo, senza nessuno da braccare e da acchiappare". La domanda da fargli e da farsi, insomma, è una: "Dove era finito quel fantasma vitale, indiavolato, incontenibile che si chiedeva cos'è la trasgressione, la religione, la politica?". Ipotesi, secca e brutale: forse è diventato "quel focolarino che ringraziava e mandava baci a tutti".
Dai blog

"Provaci anocra Sam", il film che lanciò alla grande Woody Allen 50 anni fa
