
Maria Teresa Ruta truffata, "talpa nella compagnia di assicurazione": quanti soldi le hanno fregato

Quando c'è da truffare e intascarsi soldi senza colpo ferire, i malviventi non guardano in faccia a nessuno: sesso, età, fama o anonimato. E così nella rete dei delinquenti capita anche di veder finire vittime eccellenti come Maria Teresa Ruta.
La celebre ex conduttrice della Domenica Sportiva, oggi opinionista televisiva in vari salotti pomeridiani nonché ex concorrente del Grande Fratello, ha ammesso di essere stata letteralmente derubata da una finta compagnia assicurativa. Una disavventura in cui ha perso 400 euro, non proprio noccioline, e che l'ha convinta di una verità scomoda: all'interno delle compagnie ci sarebbero dei complici, delle gole profonde in combutta con i criminali pronte a fornire assistenza e dati dei soggetti a colpire.
"Dopo aver acquistato un’auto per mio figlio - ha spiegato al Mattino la Ruta, ex moglie del celebre giornalista Amedeo Goria da cui ha avuto due figli, Guenda e Gian Amedeo -, stavo procedendo ad assicurarla attraverso la piattaforma online di una nota compagnia presso la quale io e mio marito abbiamo già stipulato diversi contratti. Per cui chiamo l’operatore e inizio tutte le pratiche necessarie e fornisco i dati che mi vengono richiesti. Dopo circa dieci o quindici minuti dall’inizio della telefonata la linea cade d’improvviso".
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"Dieci secondi dopo che si è interrotta la telefonata mi richiamano – prosegue la Ruta -. Si scusano per l’inconveniente e mi invitato a procedere da dove eravamo rimasti, e cioè al momento del pagamento, che in questo caso era di quattrocento euro. Approfittando della mia buona fede e della mia distrazione perché presa dall’entusiasmo di aver recuperato la conversazione telefonica, mi forniscono un Iban non italiano ma lituano. Non me ne accorgo subito, procedo al pagamento istantaneo e rimango fregata".
"Non vedendo arrivare la mail di conferma ho chiamato l’assicurazione e li mi hanno detto che non risultava nessun pagamento. A quel punto capisco e credo anche di potermi dare una spiegazione del meccanismo che hanno utilizzato. Chi ci ha chiamato la seconda volta, conosceva perfettamente l’importo che ci era stato comunicato precedentemente nonché il numero di targa della macchina perché li avevamo forniti noi durante la prima telefonata. Quindi vuol dire che i truffatori hanno una talpa all’interno delle agenzie, un dipendente infedele che segnala quando poter mettere a segno il raggiro e riferisce le informazioni necessarie affinché vada in porto". Una ricostruzione inquietante.
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