
Fabio Fazio, schiaffo ai comuni mortali: quanto costa il suo uovo di Pasqua

Se fosse un film, sarebbe una commedia fantastica a lieto fine, anzi lietissimo: “La fabbrica di cioccolato” di Fabio Fazio funziona a gonfie vele. Ma attenzione: il conduttore di “Che tempo che fa” in versione Willy Wonka non è roba per tutti. E soprattutto, non è roba per tutte le tasche, sebbene forse l’affezionatissimo pubblico televisivo che l’ha seguito nella sua fortunata e ben remunerata odissea nei palinsesti, partita dall’enclave rossa di Rai 3, proseguita con il balzo su Rai 1, poi con la retrocessione su Rai 2 e infine con il polemico addio a viale Mazzini e l’approdo ultra-milionario alla Warner, sul canale Nove, con ogni probabilità non appartenga proprio alla fascia del proletariato e del sottoproletariato ma alla medio-alta borghesia intellettuale. Una fetta che, immaginiamo, potrebbe pure essere disposta a sborsare 80 euro per un uovo di Pasqua firmato Fazio.
Ricapitoliamo: il presentatore ha sempre dato prova di ottime capacità da imprenditore, fin dalla fondazione della sua società di produzione televisiva L’Officina che faceva affari con la Rai talmente buoni da diventare un caso politico, con il centrodestra ai tempi scatenato. Nel 2022, a fianco dell’attività televisiva, Fazio decide di rilevare insieme a un amico d’infanzia, Davide Petrini, un marchio storico ligure, la Lavoratti, fabbrica di cioccolato fondata nel 1938 che non versava in buone acque finanziarie. Un salvataggio in piena regola, meritorio.
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Il diretto interessato, intervistato dal quotidiano La Stampa, aveva spiegato la manovra: «Varazze è a sei chilometri da Savona, è il paese dove è nato mio padre, il paese dei miei nonni. Ci passavo le vacanze, ho immagini e memorie bellissime legate a quel posto e a quegli anni. L’uovo di Pasqua arrivava esclusivamente dalla Lavoratti, un cognome toscano di giostrai che da Pistoia si trasferirono in Liguria e aprirono questa fabbrica di cioccolato, una realtà molto locale». Insomma, tutto era motivato con la mozione degli affetti. Quando il cuore lo vuole, il portafogli si apre. Eccome se si apre.
Il business però funziona davvero, al di là delle emozioni e degli ascolti di Ctcf, in calo secondo i bene informati: da inizio stagione il programma avrebbe perso tra l’1 e l’1,5% e alla Nove cominciano i mugugni. E per la Pasqua del 2025 Fabio ha appena lanciato il suo uovo di cioccolato confermando la collaborazione “gastronomica” con la prestigiosa Gucci Osteria guidata dal superchef Massimo Bottura, quello dell’Osteria Francesca di Modena, tre stelle Michelin e tempio dell’altissima cucina italiana e mondiale.
Lo schema “vip”, d’altronde, è più che collaudato. Come ricorda “Dissapore”, la bibbia del gusto su Internet, Fazio ha fatto della collaborazione con celebrità assolute dei fornelli una strategia chiara. Nel 2022 si era affidato alla consulenza del maestro Corrado Assenza, puntando poi sul grande Niko Romito per i lievitati e i dolci natalizi. Nel 2023 è stato Carlo Cracco, la star, a mettere la firma su tre uova.
Ancora una volta, quindi, l’uovo di Pasqua della Lavoratti 1938 sarà un prodotto gourmet, per intenditori e golosi disposti a spendere una cifra importante. L’uovo, nato dalla creatività dei maestri cioccolatieri di Lavoratti e dei due co-Executive Chef di Gucci Osteria, Karime Lopez e Takahiko Kondo, come detto costerà 80 euro. Il prezzo è motivato dall’utilizzo di un prestigioso cioccolato fondente monorigine Ecuador al 70%, con «note tostate del cacao, lamponi disidratati e i fiori di ibisco». Non solo, come sorpresa all’interno del gioiellino fondente ci saranno tartufi di cioccolato al Limone delle Cinque Terre. Un trionfo ligure che farà felice il savonese Fazio. E forse anche un po’ più ricco. Ah, il tema-guida di quest’anno sarà il rosso. E te pareva.
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