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Eleonora Giorgi "usata come un oggetto". L'accusa di Andrea De Carlo

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"Era utilizzata come un oggetto, aveva vissuto questa cosa con disinvoltura ma era vulnerabile, sentivo questa natura dolente in lei". A parlare di Eleonora Giorgi in questi termini è stato Andrea De Carlo, celebre romanziere italiano e ultimo compagno dell'attrice romana, morta lunedì scorso a 71 anni per un tumore al pancreas.

De Carlo e la Giorgi hanno fatto coppia fissa tra anni Novanta e Duemila, e lo scrittore è stato l'ultimo grande amore di Eleonora dopo i padri dei suoi due figli, Angelo Rizzoli (da cui ha avuto Andrea) e Massimo Ciavarro (da cui è nato Paolo). Per lei, già nel giorno della mote, l'autore di Treno di panna e Due di due aveva avuto parole dolcissime. Un ricordo ribadito e approfondito poi in una intervista a Storie italiane, su Rai 1.

 

 

 

"Ci sono rapporti che vanno al di là della durata di una storia d’amore e rimangono come presenze. Un’immagine di lei? Una mattina il suo cavallo ha fatto uno scatto e lei è volata come un proiettile. Pensavo si fosse rotta una gamba e invece l’ho vista rimbalzare con un gesto circense. In un attimo era in piedi". Quasi una metafora della "sua capacità di resistere alle difficoltà della vita, di rimbalzare con forza di volontà ed energia".

Donna lontana dalle gelosie e dalle rivalità tipiche del mondo dello spettacolo: "Sapeva essere molto generosa con gli altri, non li vedeva come rivali ma questo atteggiamento non era reciproco", ha sottolineato ancora lo scrittore. "Eleonora era una donna sorprendente, aveva un’intelligenza molto acuta e critica sulla società, sui rapporti fra i sessi. Aveva una visione tutt’altro che convenzionale e una vita con tante svolte e sviluppi, variegata e fatta di fasi molto diverse". 

 

 

 

Purtroppo, lanciata giovanissima negli Anni Settanta come "lolita", acerba e sensuale, finta rivale dell'amica Ornella Muti in un dualismo creato per ingrassare il botteghino dei cinema, ha sempre dovuto lottare per affrancarsi da questa immagine dovendo attendere le commedie più mature degli anni Ottanta, soprattutto quelle dirette dall'amico Carlo Verdone come Borotalco e Compagni di scuola, prima di venire di fatto "scartata" negli anni Novanta.

 

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