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Eleonora Giorgi, l'impensabile richiesta prima di morire: "Che cosa ha voluto mangiare"

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Roberto Tortora
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La scomparsa di Eleonora Giorgi, 71 anni, oltre a quella più recente di Bruno Pizzul, 87, hanno reso la settimana degli italiani più triste. Con molto orgoglio è stata vissuta la delicatezza e la forza con cui la Giorgi ha affrontato nell’ultimo anno e mezzo la sua malattia, un tumore al pancreas, che l’ha costretta all’ultimo ricovero, nella clinica Paideia di Roma, consapevole che avrebbe dovuto lasciare presto questa Terra. 

Dopo i primi momenti di lutto e silenzio, a parlare con il Corriere della Sera è Andrea Rizzoli, primogenito dell’attrice, nato dal primo matrimonio con Angelo Rizzoli: “Sapevamo che sarebbe successo, eravamo coscienti di come sarebbe finito il viaggio. È andata via tranquilla alle 9.15 del mattino di lunedì, Massimo Ciavarro era con lei e ci ha chiamato: io e mio fratello Paolo siamo corsi all’ospedale, lei ci ha aspettato e si è addormentata tenendo me in una mano e lui nell’altra. Negli ultimi giorni i medici avevano aumentato fentanyl e morfina, che a dosi così alte ti lasciano nell’abbraccio del sonno. Ormai il tumore si era esteso ai polmoni e il cervello non era sempre ossigenato bene. L’ultimo momento di lucidità insieme è stato sabato mattina. Abbiamo guardato gli aironi fuori dalla finestra, mamma è riuscita ad affacciarsi. Da giorni mangiava solo l’insalata di finocchi, arance e olive che preparava Paolo e l’estratto di carota, mela e arancia che facevo io: per noi era un modo bello di prenderci cura di lei, perché non potevamo fare nient’altro per aiutarla. Ma sabato ci ha chiesto il salmone affumicato e glielo abbiamo portato”.

 

 

Nei momenti più duri, quelli finali, non è mancato però il modo anche di alleggerire: “Ha mantenuto il suo humor nero fino alla fine. Ogni tanto qualcuno mi mandava indignato dei meme che ironizzavano sulla corsa tra lei e il Papa su chi sarebbe morto prima. E lei ci scherzava sopra dicendo ‘speriamo che sto Papa non mi rubi la scena’”. Quindi, il ricordo dei messaggi più belli e l’idea di farle intitolare a Roma la via Elio Lampridio Cerva, dove si baciano i protagonisti di ‘Borotalco’: “Liliana Cavani ha ricordato con affetto la carriera di mamma, ma soprattutto il modo in cui ha attraversato la malattia. Le ha scritto che è riuscita a infondere coraggio perfino a lei, restituendole il valore dei giorni che può ancora vivere. Sulla titolazione della via a mamma, beh, sarebbe stupendo, la renderebbe veramente felice. Ma pure se non si farà, è bello che qualcuno ci abbia pensato”. Infine, l’ultima volontà dell’attrice: “Ha chiesto di essere cremata. Ci piacerebbe ottenere la dispensa per lasciare l’urna nel Santuario della Madonna del Sorbo, a Campagnano, un luogo caro a me e a Paolo. Se non fosse possibile, disperderemo le ceneri sulle Dolomiti, che lei amava molto. Ieri sera stavo guardando lo speciale che le ha dedicato RaiPlay con vecchie interviste. Ce n’è una del 1982 incredibile, dove mi colpisce la sua fierezza, la consapevolezza che aveva già allora del ruolo della donna nella società. A un certo punto, quando la giornalista le chiede cosa tenesse sul comodino, risponde: ‘due telefoni che purtroppo squillano sempre, una foto di mio figlio, un posacenere perché fumo tanto e una sveglia’. La sveglia se la portava ovunque. Avrei voluto dirle: mamma, hai visto com’eri? Lì ho sentito il morso del vuoto”.

 

 

 

 

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