
Masterchef, Giorgio Locatelli: "La Locanda stava per uccidermi"

Si è da poco conclusa l’ultima edizione di Masterchef, la quattordicesima, in cui ha trionfato Anna Zhang, modella trentaduenne milanese, ma di chiare origini cinesi. Tra i giudici che l’hanno incoronata, con Cannavacciuolo e Barbieri, ancora una volta, anche Giorgio Locatelli che, in realtà, nella sua vita di ristoratore sta affrontando un cambiamento.
Lo chef, infatti, è stato costretto a chiudere il suo ristorante di Londra, “Locanda”, dopo 23 anni d’attività e una stella Michelin. Solo l’anno scorso ha registrato un utile lordo di mezzo milione di sterline, eppure è arrivato lo stop: “Scadeva il contratto di locazione, abbiamo cercato di rinnovarlo, ma non siamo riusciti a trovare un accordo. La richiesta di affitto era troppo alta. Sentivo il peso che abbiamo portato avanti per 23 anni mia moglie Plaxy e io. Me ne sono reso conto quando per l’ultima volta ho chiuso a chiave la porta della cucina e ho pensato ‘Grazie a Dio ti ho ucciso, non mi hai ucciso tu’”.
Anche uno chef esperto e rinomato come Locatelli, dunque, può subire il peso dello stress: “Gestire un ristorante con dietro problemi enormi ti ammazza. Lo stress altissimo che deriva da questo lavoro se lo vuoi fare bene. Che vuol dire pagare correttamente i dipendenti, fargli fare del training, impiegarli realmente per le canoniche otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana. Poi oggi il costo dei prodotti italiani di qualità è aumentato in maniera esorbitante causa Brexit. Non ultimo, è difficilissimo trovare personale, perché in molti posti non si riesce a garantire equilibrio tra vita privata e lavoro”.
Locatelli ha anticipato il burnout, insomma, e presto si lancerà in un nuovo progetto: “Ci sono tanti chef morti in cucina. Chi magari per un infarto. Non volevo finire così. Se si ha la passione per il proprio lavoro a 30 anni non pensi a questo. Ci pensi quando ne hai 60 e ti chiedi: quanti anni mi sono rimasti davanti? E quindi lavori di meno. Ho molta fiducia nei giovani di oggi, sono più intelligenti, vanno in palestra, a vedere film o mostre, noi andavamo al pub. Troveranno l’equilibrio”.
Quindi, l’attacco ai food influencer: “Questi social creator che non capiscono nulla e vengono lì a giudicare promuovendo commenti umilianti e gratuiti. A volte mi dicevano ‘ma sono piatti troppo semplici per un ristorante stellato’. Ma ditelo alla Michelin che per 23 anni mi ha confermato il macaron. Se mai aprirò un nuovo ristorante, il telefono sarà vietato. Io desidero che i miei ospiti vengano a godersi l’esperienza, invece con il cellulare di mezzo questo è impossibile ormai. Erano costruttive le critiche dei giornalisti che, invece, erano preparati in materia”.
Questo, infine, il programma di chef Locatelli per l’immediato: “Trascorrerò più tempo nella nostra casa in Puglia e in famiglia la sera, mi piace molto. A maggio avviamo un progetto alla National Gallery, ma la gestione del personale non sarà mio appannaggio. Per la prima volta la cucina italiana entrerà in questo museo e sarà meno elitaria. Ci saranno tre format: Bar Giorgio, un ristorante con 80 coperti e poi il club house dedicato ai donatori. Promuoveremo i prodotti italiani, infatti non vorrò lo champagne ma solo il Franciacorta. Poi continuerò a fare MasterChef Italia. Mi dedicherò alle consulenze, alla formazione e a progetti di charity. Finalmente non avrò più costrizioni: a 61 anni posso permettermelo”.
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