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Luisa Corna, lo schiaffo subito da Fabio Fazio: "Mi sono proposta, mi ha detto di no"
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Luisa Corna è stata per anni un volto tv popolare, un corpo da calendario, un’attrice teatrale che ha recitato con Giorgio Albertazzi, la primadonna di Controcampo, un oggetto del desiderio ma anche e soprattutto una bellissima voce della musica italiana che è stata anche a Sanremo, nel 2002, con Fausto Leali. Ora per lei la musica è centrale. Bresciana, sposata, classe 1965, il suo nome appare – un po’ a sorpresa, va ammesso – nella lista dei partecipanti al San Marino Song Contest il prossimo 8 marzo, dove si “scontrerà” con Marco Carta, Gabry Ponte con Tutta l’Italia, Bianca Atzei, Pierdavide Carone e tanti altri italiani e non. «$ il primo anno che mi propongo, sono stata felicissima quando ho scoperto che ero nella lista. Sono un po’ naïf.Pensavo che i giochi fossero fatti».
Che canzone porta?
«Un pezzo scritto da me Scritta da me, Il Cile e Riccardo Brizi. Il giorno giusto è quel giorno in cui ti rendi conto che nella relazione che vivi non stai più bene. A volte si sta ancorati a una storia finita per paura della solitudine, per non soffrire, perché ci affliggono sensi di colpa. E' un’incitazione a lasciare alle spalle le cose che fanno soffrire e liberarsi dal passato».
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È una canzone autobiografica?
«Non in questo momento storico, in cui sono sposata da un anno con un uomo con cui sto da 11 anni e sto benissimo, ma in passato sì, ho fatto delle scelte».
Per lei è faticoso lasciare andare un ex amore?
«Sono fatalista, ma sono una che deve anche avere il controllo. Ho fatto delle scelte, noi donne le facciamo più spesso rispetto agli uomini».
Infatti il luogo comune è: gli uomini non mollano, ma si fanno mollare.
«Una cosa piuttosto vera».
Si esibirà con una violinista.
«Sì, Flavia Fazzi, e con un corpo di ballo».
Ballerà?
«No, sarò tutta presa a contenere l’emozione».
Oltre a San Marino, si è candidata anche all’altro Santo, Sanremo?
«Quest’anno no, e nemmeno negli anni di Amadeus. Mi sono proposta nelle edizioni di Fabio Fazio, in quelle del primo Carlo Conti. E anche con Pippo Baudo. Da quando partecipai nel 2002, Sanremo mi è rimasto nel cuore. Sono passati tantissimi anni e non sembra. Sono una che ha poca percezione del tempo che passa. Sanremo è un palco importantissimo, forse l’unico. Dà tantissime possibilità. Per questo ho provato a San Marino, un’evento che sta crescendo molto, avevo voglia di una bella cassa di risonanza».
Se vince, andrà all’Eurofestival.
«Non riesco a vedere così lontano, non ci ho pensato. Il mio obbiettivo è esibirmi nel migliore dei modi senza essere soffocata dall’emozione».
Le capita?
«Se sul palco mi emoziono troppo, mi viene da ridere. Cerco di stare tranquilla, concentrarmi sulla respirazione, sul diaframma, ma sono cose un po’ incontrollabili».
Cosa pensa dell’autotune?
«Io non l’ho mai usato, sinceramente. E' di moda. Ci sono brani in cui è utile, per dare un sapore particolare, una voce metallica. Se serve ai fini della produzione va bene, non sono contro, ma non è un granché quando viene abusato. E' bello sentire cantanti intonati. Io sono cresciuta amando le vocalità importanti come quelle di Whitney Houston, Stevie Wonder, Areetha Franklin; oppure in Italia Mina, Mia Martini, Giorgia. I giovani? Mi piacciono, ma la vocalita è messa in secondo piano».
Facciamo un passo indietro. Anni fa, piu che per la musica, la conoscevamo per la televisione, la fisicità, gli show da Domenica In a Controcampo, il teatro con Albertazzi. Che ricordo ha di quella Luisa Corna?
«Il ricordo di una lunga esperienza e di un bagaglio enorme. Un bel ricordo. Ho fatto il varietà del sabato sera, le prime serate, duettato con grandi come Tony Hadley o Sananda Francesco Maitreya, che negli anni Ottanta si chiamava Terece Trent D’Arby».
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Il momento piu bello?
«Quando ho conosciuto Fausto Leali e insieme abbiamo fatto il Sanremo».
Il meno bello?
«Non mi piace pensare cose del tipo “potevo fare quello” o “mi sono pentita di quello”. Guardo il presente».
Chi le è rimasto nel cuore tra i colleghi con cui ha lavorato?
«Mi sono trovata bene con tutti. Ho condotto con Mike Bongiorno i David di Donatello. Ho un bel ricordo di Mike. Avevo iniziato da poco questo mestiere, mi trovavo al ristorante e sento ticchettare la spalla. Mi giro ed era Mike, aveva le stampelle, mi fece l’in bocca al lupo dicendo di apprezzare molto il mio lavoro. Mi ha dato un consiglio. Fare le scelte giuste perché non viviamo in un ambiente facile. Di non bruciarmi».
Altri?
«Con Baudo ho lavorato benissimo, anche con Massimo Giletti a Domenica In. Con Rosanna Lambertucci condividevo il camerino e siamo rimaste molto amiche. Anche Simona Ventura è una collega con cui mi sono trovata benissimo».
È cambiata secondo lei la donna in tv?
«Certi schemi si sono rotti - vedi a Sanremo la figura femminile dove un tempo c’erano la mora e la bionda - ma per arrivare alla parità la strada è lunga. Sappiamo che nel mondo del lavoro, con lo stesso impiego, una donna guadagna meno di un uomo. E' significativo».
Vede il patriarcato in Italia?
«Nel mondo maschile vedo tante differenze di visione che legherei a questioni generazionali e anagrafiche, ma non solo. Nei giovani, ad esempio, riscontro mentalità aperte in alcuni e in altri, invece, assoluta mancanza di rispetto per la donna».
Lei ama i social?
«Non sono una persona tecnologica, scrivo ancora con la penna, si figuri lei. Ma per lavoro devo esserci, il mio staff mi aiuta, è importante. Ogni tanto qualcuno mi ricorda di pubblicare una foto. A me di solito nemmeno viene in mente: tendo a godermi il momento e dimenticare il cellulare dappertutto. Tra l’altro viviamo in un’epoca in cui è difficile fare battute liberamente su vari argomenti, ma sui social c’è la libertà di dire tutto, una violenza verbale inaudita. Mi sembra un paradosso».
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