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Domenica In, insulti tra Marino Bartoletti e Selvaggia Lucarelli: "Sporcizia mentale", "a furia di fare slurp..."
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Non c’è Festival di Sanremo che non porti via con sé polemiche per i messaggi lanciati dal palco dell’Ariston o attraverso le canzoni o le ospitate di turno. Quest’anno è toccato a Simone Cristicchi essere divisivo, con la sua canzone “Quando Sarai Piccola”, dedicata alla madre malata. C’è chi si è commosso ed è stato accarezzato dalle sue parole, chi invece si è sentito toccato dal tema e non ha gradito il modo in cui è stato portato in diretta televisiva. Lo scontro, questa volta, è tra Marino Bartoletti, solitamente molto pacato, e Selvaggia Lucarelli, decisamente più combattiva.
Durante la consueta puntata di Domenica In dedicata al Festival, Bartoletti ha rivolto delle parole d’attacco nei confronti della Lucarelli nell’esprimere il suo gradimento a Cristicchi, sul palco dell’Ariston accanto a Mara Venier per rispondere alle domande dei giornalisti: “Questo teatro gli ha dedicato due standing ovation, due soltanto a lui, dopodiché qualcuno che pretende di trasferire agli altri la propria sporcizia mentale ha scritto delle cose che hanno profondamente ferito”.
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Selvaggia non se l’è fatto dire due volte e, attraverso le sue stories Instagram, ha ripubblicato il video di Bartoletti e ha commentato in modo non meno polemico: “Giornalisti così abituati a fare slurp che ormai passano direttamente all’insulto nei confronti di chi coltiva ancora l’esercizio della critica”. Cosa aveva detto la Lucarelli, di preciso, sul brano di Cristicchi? Ecco, questo il suo pensiero espresso ad Alberto Matano nel corso del suo talk pomeridiano su Rai1: “Cristicchi parla di una malattia molto specifica, non cita mai la parola Alzheimer, ma tutti abbiamo capito che si va in quella direzione, perché lui parla di memoria smarrita, di ricordi che la madre non ha più, quindi se non è Alzheimer, è qualcosa di molto vicino all'Alzheimer. Io l'ho vissuta da vicino, perché mia mamma l'ha avuta, mia nonna l'ha avuta e per un lungo periodo ho vissuto con lei. È una malattia che ha molto poco di romantico, perché quando svanisce la persona oltre ai ricordi, quando la persona si trasforma e non è più quella che ricordavi, quando si diventa aggressivi e ingestibili, più che bambini degli adulti fuori controllo purtroppo, è difficile raccontare la malattia escludendo la parte della fatica, del dolore, della rabbia, del rancore. E, alle volte, del pensiero atroce del ‘vorrei che finisse tutto questo’, per lei, per mia mamma, per la persona malata. A me sembra che manchi questo aspetto, dopodiché ognuno sceglie cosa mettere a fuoco nel proprio dolore, lui ha fatto la sua scelta e io l'ho trovata un po' retorica. Questo non vuol dire che io voglia buttare l'acqua col neonato, c'è chi si è immedesimato, l'ha amata la canzone”. A Marino Bartoletti, però, non è piaciuto questo elemento.
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