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Sanremo 2025, Saviano fuori controllo: "Soldi, cosa non torna sul Festival. E Carlo Conti..."

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Roberto Saviano l'ha sparata davvero grossa. Anche lui si accoda al coro progressista del "Festival sovranista". Non si capisce bene cosa significhi questa espressione, ma da qualche giorno alberga sulla bocca di molti maestri del pensiero della sinistra. E in questo elenco non poteva mancare lui, Roberto Saviano. Proprio nel giorno in cui Conti annuncia l'arrivo di Benigni all'Ariston (aprirà la quarta serata insieme all'attore), ecco che arriva lo sproloquio di Saviano: "Ieri sera, dal palco dell’Ariston, Carlo Conti ha ribadito con fermezza: 'Niente monologhi quest’anno'. Ma cosa si cela dietro questa scelta? Perché non si parla di immigrazione e di guerre? E, soprattutto, come mai stavolta non ci sono polemiche sui cachet?".

La risposta, nemmeno a dirlo, la fornisce lo stesso Saviano: "Il Festival di Sanremo è da sempre lo specchio del nostro Paese, ma anche strumento di controllo e censura. Da sempre, i governi hanno cercato di influenzare testi e scelte artistiche, arrivando persino a silenziare voci scomode e a limitare la libertà espressiva", spiega in un video.

 

Poi argomenta la scelta di etichettare il Festival come "sovranista": "La dichiarazione di Conti contro temi come immigrazione e guerra, il micromondo invece del macromondo. Ma in realtà Sanremo è sempre stato sulle emozioni, sull’amore, tradimenti, innamoramenti. È sempre stato così: quindi questa precisazione a cosa vuol fare riferimento? Al sentimento come intrattenimento, gioco, che non induge troppo sulle cose. Uno stare insieme laddove invece amore, intimità, non significa remissività. E quindi questo dettaglio fatto passare per spazio dato al sentimento significa ‘non si parla di temi politici che possono dividere". Amen.

 

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