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Sanremo 2025, Kessisoglu canta con la figlia i giovani che si isolano

Fabrizio Biasin
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Tra le altre cose questa sera canterà Paolo Kessisoglu. Avete presente? Certo che sì, l’altra metà di Luca Bizzarri. Solo che al posto di Luca Bizzarri sul palco dell’Ariston ci sarà sua figlia Lunita, 22 anni. Si esibiranno tra una cover e l’altra, una valanga di musica che spazia da omaggi a Battiato a pezzi dei Righeira, Pino Daniele, Califano, De André e così via. E voi direte: «Che c’entra Kessisoglu che qui siam già pieni rasi?». Già, che c’entra?

Nelle vesti di cantante poi. C’entra eccome, che ‘sto brano nasce da un’esigenza personale e parecchio profonda. L’avrebbe anche proposto nella gara ufficiale, ma non è stato possibile né nelle edizioni passate (è stato scritto qualche tempo fa), né in questa. Carlo Conti pero ha scelto di ritagliare uno spazio a Sanremo ad hoc perché - dicevamo - il messaggio racchiuso nel testo è parecchio importante. Paolo e Lunita dialogano su un tema realmente delicato, quello del rapporto tra genitori (in questo caso un padre) e figli, sul fatto che comprendersi è difficile e che, a volte, certe situazioni portano ad allargare le distanze invece che accorciarle, fino ad arrivare al momento delle incomprensioni, dell’isolamento, di tu genitore che cerchi di trovare una soluzione prima che sia troppo tardi e il rischio è che lo sia già, troppo tardi.

Il riferimento è ai ragazzi hikikomori, coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, chiudendosi in casa senza avere alcun contatto diretto con il mondo esterno, ma anche ai problemi di quegli adolescenti che faticano a comprendere la società fino a scegliere di annullarsi e arrivare a pensare che la soluzione possa essere persino sparire del tutto. Lui: «Non posso chiederti con cosa hai fatto quei tatuaggi/ È vero che io sono più grande di te/ Ma tutto questo è più grande di me». Lei: «Prima regola/ In tutte le favole/ È stare attenti al lupo/ Per me invece è molto più difficile/ Stare attenta al buio/ Non so stare meglio penso solo che/ Non dipende da me/ Voglio rimanere sola ad ascoltare i Blink». Molto più di un monologo, vita vera.

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