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Sanremo 2025, spunta pure il Duce: la patente di antifascismo al Festival

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Vorrebbero essere solo canzonette, ma le tirano per le rime per cavarci fuori una polemica, un vaffa, meglio se al governo. La favorita, non a caso, è Giorgia, cantante indiscutibile, ma anche quella che, rivolta alla premier, sbottò: «Anch’io mi chiamo Giorgia, ma non rompo i c... a nessuno». Comunque auguri per “La cura per me”, testo apolitico con il quale potrebbe trionfare per la seconda volta, trent’anni dopo Come saprei.

Il ruolo di rompiscatole della giornata ieri, alla conferenza stampa di inizio Festival è toccato a Giuseppe Candela, inviato del sito di indiscrezioni e maldicenze Dagospia, il frullato mediatico più anti-governativo in circolazione.

«Scusi, lei è antifascista?», ha chiesto a Carlo Conti, faccetta nera non perché di casa in Eritrea ma grazie a un lettino fisso alle Lampados. A insinuare il sospetto nell’attento reporter sarà stato il fatto che, negli anni Ottanta, con i concittadini Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello, l’abbronzato artista furoreggiava nei teatri in uno spettacolo chiamato “Fratelli d’Italia”. Ah, saperlo, magari è proprio questo che ha convinto i vertici di viale Mazzini ad affidargli l’evento che vale mezza stagione Rai; o forse, se se lo fossero ricordato, non avrebbero mai osato farlo (...)

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