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Sanremo 2025, per Elodie è già finito: "Italiano standard, grado zero". Stroncata dalla Crusca

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Si avvicina a grandi passi la prima serata di Sanremo 2025: i riflettori si accenderanno sul palco dell'Ariston il prossimo martedì, 11 febbraio. E ora, dopo che sono usciti anche i tesi delle canzoni, ecco che arrivano le valutazioni linguistiche dei testi nelle pagelle dell'Accademia della Crusca, nel dettaglio le pagelle sono quelle stilate dall'accademico Lorenzo Coveri e pubblicate sul sito Mentelcolae di Genova, dunque rilanciate dal canale Instagram ufficiale della Crusca e da AdnKronos.

E così, al netto del gossip, la canzone "Battito" di Fedez "farà discutere perché molto cupo e a prima vista autobiografico, senza spiragli di luce. Si parla di male oscuro, di disagio e di depressione, con accenti che si avvertono anche nel ritmo e nel lessico del brano, con rime baciate dal sapore amaramente (auto)ironico e una scurrilità del parlato ('tu mi fotti': curiosamente, voci del verbo 'fottere' si ritrovano in almeno altre tre canzoni di quest'anno)".   

Prende un'insufficienza, voto 5, "Dimenticarsi alle 7" di Elodie: è un testo "in un italiano standard a grado zero di connotatività senza particolari increspature", giudica il professor Coveri. Voto 5 anche per Francesca Michielin: per la sua "Fango in Paradiso" da "una prospettiva linguistica, oltre a notare un paio di forme colloquiali non c'è molto da dire". Ancora 5 per Gaia con "Chiamo io chiami tu" "ripetuto per ben 27 volte nel ritornello, probabilmente destinato a essere confezionato in salsa latina". E voto 5 infine per Marcella Bella con "Pelle diamante". Promozione piena, con voto 9, per il cantautore Lucio Corsi, in gara con "Volevo essere un duro", definito da Lorenzo Coveri, professore ordinario di Linguistica italiana all'Università di Genova, "il testo più fresco e uno dei più divertenti, di tutta la kermesse: l'attacco è fulminante" e sul "contrasto autoironico tra sogno e realtà si innescano invenzioni linguistiche spesso irresistibili". 

 

Pieno apprezzamento da parte dell'esperto sanremese della Crusca anche per la canzone d'autore di Brunori Sas, che con "L'albero delle noci" ottiene il voto 9: "Il suo è un testo da cantautore classico, dal respiro ampio, con molte immagini poetiche o parapoetiche, quasi tutte azzeccate, ed è schiettamente autobiografico. Molte figure colpiscono per originalità. Lingua di matrice letteraria, ricca e sontuosa, ma anche oscillante tra noto e nuovo cui si può perdonare qualche eccesso di sentimentalismo". 

Francesco Gabbani con "Viva la vita" prende 6 per "le moltissime rime baciate, assonanze, sdrucciole e via col repertorio consueto della canzonetta". Voto 6 anche per Giorgia con "La cura per me" ma per un giudizio definitivo, avverte Coveri, "si resta in attesa dell'interpretazione" sul palco del Teatro Ariston. Voto 6 pure per Irama con "Lentamente" per "un linguaggio crudo e diretto, non sempre nel registro adeguato". Va meglio a Joan Thiele con "Eco" che prende 8 perchè è una canone "scritta in un italiano serio semplice ed elegante". 

Achille Lauro ottiene il voto 7 per "Incoscienti giovani", perché, spiega il professor Coveri, è "caratterizzata da un italiano scabro e informale, vicino al parlato, con mascolinizzazione del modello di automobile, e un'apertura al discorso diretto che non riesce a nascondere qualche nota più intima, con echi del repertorio canzonettistico vintage". Voto 7 anche per Clara che con "Febbre" presenta "un testo molto ambizioso", arricchito da "preziosità linguistiche: francesismi, tecnicismi, onomatopee". Voto 7 anche per "Cuoricini" (parola mai usata a Sanremo, mentre cuore figura in ben 688 canzoni!) dei coniugi Zanardelli (Fausto 'Lama' Zanardelli, e Francesca 'California' Mesiano), in arte Coma_Cose: propongono un alto grado di inventività linguistica "qui stemperata dall'ironia e dall'autoironia professionale". Voto 6 per Bresh per "La tana del granchio".

 

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