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Luca Marinelli stroncato da Mughini: "A disagio per il Duce? Dire che sono allibito è niente"

Roberto Tortora
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Giampiero Mughini, da sempre attento al mondo dell’arte e del cinema, così come alla storia del nostro Paese, ha scritto una lettera per Dagospia per mostrare tutto il suo risentimento nei confronti dell’attore Luca Marinelli, il quale ha dichiarato di essersi sentito a disagio, da antifascista, nell’interpretare Benito Mussolini nella serie M, il figlio del secolo.

Queste le parole di Mughini: “Caro Dago, sono rimasto allibito a leggere le dichiarazioni di un (peraltro ottimo) attore quale Luca Marinelli, il quale s'è detto di trovarsi a disagio nell'interpretare il personaggio di Benito Mussolini nella serie televisiva tratta dal romanzo di Antonio Scurati e questo perché lui, Marinelli, è un vigoroso antifascista. Pronunziare da attore le cose che Mussolini pensava e diceva da uomo reale del Novecento gli ripugna. Dire che sono allibito è niente”.

 

 

 

Mughini poi spiega perché “aborre” Marinelli: “A ragionare come sta ragionando Marinelli, non ci sarebbe stata la storia del cinema né del teatro. Si potessero e dovessero interpretare solo i personaggi portatori del bene, potresti fare dei film solo sui francescani scalzi. In tutti gli altri personaggi della vita reale il Male è commisto al Bene, in ognuno di noi le due cose inevitabilmente si intrecciano. Questa la vita, è questa l'umanità, e tanto più grande e complesso è il cinema quanto il teatro che ne risultano. Non è detto a priori che un romanzo che abbia a personaggio centrale Piero Gobetti sia migliore di uno che abbia a personaggio centrale il Duce. Che questo o quell'altro personaggio sia interamente bene o interamente male spetta ai giudici definirlo. Agli attori di cinema e di teatro spetta farteli sentire reali, gente che puoi incontrare nella vita in un momento o in un altro, o addirittura gente che sono ora l'uno ora l'altro. Ripeto, senza questa premessa non ci sarebbe né la storia del cinema né la storia del teatro”.

 

 

 

Mughini poi spiega perché la figura del Duce è più complessa: “… lo stesso Mussolini non fu interamente e banalmente l'incarnazione del Male. Fu un ‘figlio del secolo’ e ne portò tutte le ombre, e quando dico ‘ombre’ dico niente. Di certo non fu un francescano scalzo. Come del resto non lo erano molti di quelli che lo avversarono. E del resto se Mussolini fosse stato un francescano scalzo, uno scrittore come Scurati non avrebbe trascorso dodici anni della sua vita a cercare di ricostruire il mosaico umano di cui Mussolini era fatto. Dimenticavo, non è che nella mia vita di francescani scalzi ne abbia incontrati tanti, e comunque non è che avrei provato per loro un sommo interesse. Laddove provo un sommo interesse per i personaggi reali, e più contraddittori sono più mi interessano. Eroi e mascalzoni assieme, la vita ne è piena. È questa la gran parte dell'umanità che ci circonda e con la quale abbiamo a che fare giorno per giorno. O no?”.

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