Claudio Spadaro, lezione a Marinelli: "Ho interpretato Mussolini quattro volte, ma non ho sofferto"
Claudio Spadaro, classe ’53, nato a Taranto, attore che ha lavorato con maestri come Bellocchio e Zeffirelli, ha interpretato Benito Mussolini ben quattro volte (quasi cinque, dopo vedremo perchè) sia al cinema che in serie televisive. Anche altri attori, come Filippo Timi, Mario Adorf, Rod Steiger, Massimo Popolizio si sono calati nei panni del capo del fascismo, ma Spadaro detiene senza dubbio il record di performance. Nessuno meglio di lui può dirci, pertanto, quale impatto psicologico può suscitare una prova attoriale così impegnativa.
Claudio, anche lei, come Luca Marinelli, ha «sofferto tanto» per aver dato il volto al Duce?
«Onestamente no. Sono antifascista, ma non sono stato male. Per Franco Zeffirelli sono stato un Mussolini sopra le righe, in televisione per Carlo Lizzani sotto le righe, era un ruolo più lungo. A differenza di Luca Marinelli, non ero protagonista, dunque il discorso è diverso. Sono un professionista, ho una mia idea, cerco di riequilibrarla confrontandomi con il regista che in quel momento ha in mano il progetto».
Per esempio?
«A volte misi chiedeva di mettere fuori il labbrone, di fare una scimmiottatura. La migliore soluzione è di evitarlo. La difficoltà nell’interpretare Mussolini, che è una figura molto forte nell’immaginario collettivo, è documentarsi anche al di là delle classiche immagini di quando esce dal balcone. Ho visto alcuni video dell’istituto Luce, per esempio quando parla con un ambasciatore, in cui era davvero eccessivo. La difficoltà è quella. Spingersi lì. Alcuni registi, a cui stavo antipatico, mi chiamavano lo stesso: mi facevano rasare la testa e mi mettevano la divisa, ed ero uguale. Alla fine vincevo sempre io il provino. A volte come attori si sta male perché per essere autentici si va molto in profondità, ma non per un ruolo in particolare».
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C’è stata una volta in cui ha rifiutato la parte?
«No, però dovevo fare con Tom Cruise il film Operazione Valchiria, pellicola del 2008 sul tentativo fallito di uccidere Adolf Hitler nel suo quartier generale di Rastemburg. Mala scena alla fine non è stata girata. Il film si è bloccato per un anno, hanno avuto alcuni problemi e cambi di sceneggiatura. In quella fase sono state eliminate alcune scene tra cui la mia».
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Cosa ha pensato quando ha letto le parole di Marinelli?
«Non l’ho francamente capito anche perché Antonio Scurati, dai cui romanzi è tratta la serie M - Il figlio del secolo, a Mussolini... je mena. Forse alcuni attori potrebbero permettersi di rifiutare certi ruoli... E lo fanno perché certe volte, probabilmente non questa, Mussolini alla fine, per vari meccanismi, risulta simpatico. Non capita spesso che venga ritratto con un volto davvero feroce. Comunque stiamo parlando di un grande attore e, dalle prime immagini che ho visto nel trailer, mi sembra un’operazione molto riuscita. Spesso si usa Mussolini per fare audience, per fare leva sui nostalgici, ma non è sicuramente questo il caso».
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