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Volano i telegiornali grazie agli scioperi

Klaus Davi
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Vi proponiamo Tele...Raccomando, la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo 

CHI SALE (I Tg) Da tempo i grandi colossi pubblicitari non monitorano solo la quantità di persone che guardano un determinato programma ma anche il livello di attenzione psicologica del telespettatore. Ricerche in tal senso sono state svolte da OmnicomMediaGroup che, in collaborazione con Ainem (Associazione Italiana Neuro Marketing), Ipsos e Nielsen, il progetto Beyond Visual Attention, il primo in Europa che integra machine learning, AI e neuroscienze per misurare l’attenzione agli stimoli pubblicitari. Ma un segnale inequivocabile sono anche le curve d’ascolto registrate nella giornata di venerdì allorquando andavano in onda le news horror provenienti da stazioni ferroviarie e fermate di metropolitane, tram e bus. Un messaggio di caos sonmato nelle scalette alle immagini di guerriglia in stile anni ’70 scaturite dalle varie manifestazioni “ProPal” in Italia. Il minuto per minuto ha oscillato in coincidenza di questi reportage del +0.5% e punte del +1% di share quando a parlare erano le vittime degli scioperi incontrollati. In più la sigla promotrice USB è riuscita a compromettere la narrazione della mobilitazione con uno rozzo riferimento al “genocidio” da parte di Israele annoverato tra le motivazioni dello sciopero. Ma i dati di Tg1, Tg5, Studio Aperto e Tg La7 segnalano un chiaro livello di saturazione dell’opinione pubblica.

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