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Jovanotti, "perché non esco da X per Musk": come spiana la sinistra

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Mezzo mondo della musica italiana lascia X per protestare contro Elon Musk? E Jovanotti impartisce una lezione alla sinistra "paura-e-terrore" via Corriere della Sera. Nella lunga intervista concessa ad Aldo Cazzullo, Lorenzo Cherubini (questo il nome all'anagrafe dell'artista nato a Roma 58 anni fa) riflette sul ruolo dell'imprenditore miliardario, grande sostenitore di Donald Trump tanto da esserne coinvolto nella nascente nuova amministrazione americana.

"Capisco chi è impaurito, sebbene io non lo sia - premette Jovanotti -. Musk è una rockstar, e sa di esserlo. È proiettato a superare i modelli con cui siamo cresciuti. Nella controversia è a suo agio: sa che l'algoritmo non misura il consenso, ma i numeri. Musk però non è solo il circo; è anche Starlink, che porta Internet nel Sahara e nei posti più remoti". Un aspetto, questo, che fino a pochi anni fa lo aveva reso un beniamino dei progressisti. Poi l'acquisto di X, come "rivale" di Mark Zuckerberg da sempre schierato con i democratici insieme alla sua creatura-colosso Facebook, e le simpatie trumpiane lo hanno trasformato nel nemico pubblico numero 1. 

 

 

 

Elio e Le Storie tese o Piero Pelù, giusto per fare due nomi, hanno scelto di chiudere il loro account su X: "Hanno sicuramente le loro ragioni - commenta ecumenico Jova -. Non credo che Musk ne sia preoccupato. Quanto a me, uso X per informare su quello che faccio. Perché dovrei uscirne? Non mi riconosco nelle posizioni ideologiche, in questa idea punitiva della sinistra". 

Nemmeno Trump gli fa paura: il neo-presidente Usa, che tornerà alla Casa Bianca dopo 4 anni, "è un fenomeno del nostro tempo, e come tutti i fenomeni, anche i più inquietanti, è una occasione per distinguere cosa Trump non è, e farla fiorire. Ha vinto nettamente, e gli elettori meritano rispetto. Dall'altra parte gli altri non sono riusciti a darsi una leadership forte, che si occupasse dei temi che davvero interessano". Il controcanto di Cherubini/Jova ai capisaldi del progressismo è continuo: "Io sono attentissimo alla questione femminile. Il futuro è lì, è una battaglia da vincere, anzi è già vinta. Ma gli eccessi della cultura woke sono controproducenti. Non perdiamoci dietro alle parole, guardiamo alla sostanza delle cose".

 

 

 

Da qui l'attacco alla sinistra: "Perde perché non ha energia. E l'energia è lo spirito del tempo incarnato. Vale per i politici quel che vale per gli artisti, al momento di salire sul palco: o hai energia, o non ce l'hai. Io ce l'ho". Ed Elly Schlein? "In questi mesi è migliorata nella comunicazione. L'ho incontrata una volta, mi ha parlato delle Lettere contro la guerra di Terzani, lei stava con Terzani e non con la Fallaci. Vuole fare bene, vuole fare del bene. Ma la politica è una macchina infernale, difficilissima da guidare". Una profezia più amara che dolce.

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