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Cristina D'Avena, calvario all'università: "Cosa mi hanno chiesto all'esame di Medicina"

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Tempo di confessioni per Cristina D'Avena, la mitica interprete delle canzoni dei cartoni animati, la voce più amata dai bambini di diverse generazioni. La D'Avena si racconta in una lunga intervista a Il Giorno, in cui ripercorre la sua intera carriera. Parlando della voce e del personaggio, spiega che "si sono evolute, cercando di stare al passo coi tempi senza perdere personalità e autenticità. Le canzoni si sono adeguate al mondo che gli gira attorno rimanendo sigle di cartoni animati, quindi, aggiornando i suoni, ma conservando strofa, ritornello e special, delle versioni originali".

Sulla sua infanzia, ricorda: "Ho avuto a fortuna di nascere in una famiglia che m’ha sempre fatta sentire Cristina piuttosto che Cristina D’Avena, poi non ho mai allentato i miei legami col mondo". Insomma, il successo non le ha mai fatto cambiare percezioni né si è mai montata la testa. E ancora, ha spiegato che pur lavorando tanto, "della mia vita non ne ho sentita la mancanza perché, alla fine, famiglia, amici e compagni d'università me li sono tenuti stretti". 

 

 

Ed è proprio parlando dei tempi dell'università che Cristina D'Avena snocciola uno degli aneddoti più surreali che abbia mai raccontato. Già, perché spiega che un giorno, all'esame di Chimica (lei studiava Medicina) le chiesero di interpretare la canzone dei Puffi. "Effettivamente, non capivo perché ad assistere ai miei esami ci fosse sempre un sacco di gente. Gente che, mentre mi concentravo per rispondere alle domande di professore e assistenti, se ne usciva urlando ‘i Puffi, i Puffi’ mandandomi nel pallone". Surreale, ma vero: è il "prezzo" da pagare se ci si chiama Cristina D'Avena.

 

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