"Sorridi, adula e baratta": Friedman fatica (molto) a riprendersi
La vittoria di Trump ormai è storia, l’hanno accettata quasi tutti a sinistra, e tra quei “quasi” c’è l’immarcescibile Alan Friedman, il giornalista newyorkese che dalla “Maratona Mentana” in poi non s’è più ripreso. Prima, a caldo, le invettive contro il nuovo e vecchio presidente.
Poi, nelle ultime ore, ecco una nuova raffica di tweet caricati a livore. «Sorridi, adula e baratta: come il mondo si sta preparando per Trump. I leader stranieri», ha sottolineato Alan, «si sono affrettati a ingraziarsi con il narcisista, ricordando gli scontri e gli insulti... (ha allegato un link)». Altro tweet: «Per Trump e Vance il modello è il maggiordomo Putin».
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Friedman ne approfitta per fare pubblicità al suo libro e ne pubblica la copertina: “La fine dell’impero americano”. È un crescendo, Alan è in trance agonistica, altro che “Ballando con le stelle”. «Quando Trump parla con Zelensky è per conto di Putin, e quando parla con Abu Mazen è per conto di Netanyahu. E tutto questi (questo, ndr) ancora prima di giurare il 20 gennaio 2025. Per la legge», si lamenta Friedman, «Trump sarebbe ancora un privato cittadino». Oggi è domenica: speriamo che Friedman, almeno per qualche ora, stacchi la spina e si rilassi.
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