Al Bano Carrisi, stoccata a Romina Power: "Cellino? Fu lei a volerlo"
"Sono un uomo con valori tradizionali": Al Bano Carrisi, intervistato dal Corriere della Sera, respinge le accuse secondo cui sarebbe possessivo. E a conferma di questo ha svelato: "Non è vero che fui io a insistere con Romina Power (sua ex moglie, ndr) per trasferirci a Cellino, fu lei a volerlo". Parlando di un ricordo della sua infanzia, poi, il cantante ha raccontato: "Quando vidi mio padre per la prima volta. Avevo due anni e lui tornava dalla guerra. Mi ci volle un po’ per abituarmi a chiamarlo 'papà'".
Al Bano ha ribadito l'amore per la sua terra, la Puglia: "Sapesse quante volte mi hanno proposto di trasferirmi all’estero. Stati Uniti, Parigi, Monte Carlo. Ma io ho investito tanto nella mia terra". Il suo unico rammarico, ha poi rivelato, è che "a Cellino San Marco, negli anni, ho fatto venire centinaia di giornalisti da tutto il mondo. Cinesi, russi, coreani. Gli facevo scoprire la Puglia e in cambio chiedevo solo che lasciassero la propria firma nella cantina. Un giorno mio fratello senza dirmi niente fece pulire i locali e così puf! Tutto sparito, cancellate le firme".
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Spazio anche al racconto dei suoi primi anni a Milano: "Ho fatto l’imbianchino, ma non mi pagavano. Per un mese ho vissuto in un cantiere in costruzione al Giambellino, usando sacchi di cemento vuoti per chiudere le finestre e un’asse di legno come porta. Quando trovai posto come cameriere, nelle lettere a mia madre non scrissi mai che mestiere facevo: ai suoi occhi servire a tavola era una cosa da donne". Anche lui, poi, proprio come Teo Teocoli ha detto che vorrebbe rivedere Adriano Celentano "di persona, certo, ma anche sul palco, a cantare o a parlare. L’Italia non si è ancora resa conto di quello che Celentano ha rappresentato per la nostra cultura".
A proposito della figlia Ylenia, scomparsa a New Orleans nel 1993, ha raccontato: "Le parlai al telefono per l’ultima volta il 1° gennaio 1994. A New Orleans era ancora il 31 dicembre. Poi più nulla. Di questa storia ho parlato tante volte, qui però vorrei ringraziare per le migliaia e migliaia di messaggi di affetto e sostegno che ho ricevuto in questi trent’anni. Ne ricordo uno su tutti: quando, con la mia famiglia, andammo in Louisiana per capire che cosa fosse successo, mi telefonò Sophia Loren. Mi disse: 'Se hai bisogno di me, farò di tutto per aiutarti'".
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