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Mike Bongiorno, spopola la mini-serie. Ed è nata una stella...

Daniele Priori
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Elia Nuzzolo è il volto nuovo che dal dorato angolo che il piccolo schermo dedica alle fiction, è destinato a segnare positivamente la fine di questo 2024. Protagonista di due tra le più acclamate (e seguite) serie tv del momento: Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883 in onda queste settimane su Sky e Mike, appena trasmesso da RaiUno, l’attore toscano, nato artisticamente nel vivaio del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha riscosso un successo tra i telespettatori che può far gridare al sorgere di una nuova stella per ora piccola ma destinata a brillare.

O forse sarebbe meglio dire una “stella gemella” grazie alle interpretazioni assolutamente convincenti di due superstar vere come Max Pezzali e un Mike Bongiorno giovane e per molti versi inedito. A parlare sono i numeri. La serie Mike ha infatti raggiunto 3 milioni 400mila ascoltatori (pari al 19,5%) nella prima serata di messa in onda, lunedì, in cui la fiction è stata il programma più visto in tv. Mentre i primi quattro episodi della serie Sky original sulla storia degli 883 hanno superato sulla tv a pagamento i 600mila contatti in prima visione televisiva, risultando la fiction più seguita degli ultimi anni. All’incrocio esatto tra le due stelle e i due periodi diversissimi del secolo scorso, arriva oggi il giovane Nuzzolo, venuto al mondo invece con il nuovo secolo: il 4 luglio del 2000.

 

 

Nei tratti di questo giovanotto vagamente goffo ma in realtà molto ironico e ben presente in scena ci sono il disincanto ma anche una sorta di prepotenza gentile necessarie ad ogni attore per appropriarsi dei panni degli altri. Specie se, come è capitato a Elia, si tratta di personaggi che il grande pubblico ha amato e visto invecchiare sul palcoscenico e sullo schermo.

Va detto che il volto di Nuzzolo è aiutato da una naturale duttilità unita a una particolare maestria nella mimica che, curiosamente – complici certamente anche i trucchi – lo hanno reso assolutamente credibile tanto nei panni del Bongiorno ventenne quanto in quelli del Pezzali prima esordiente poi giovane popstar divenuta assieme a Mauro Repetto (interpretato nella serie Sky da Matteo Giuggioli) idolo e addirittura simbolo della spensieratezza della generazione di anni che Elia non ha vissuto ma ha solo sentito raccontare dai genitori.

Eppure nella selva di dichiarazioni che l’attore ha rilasciato in questi giorni, specie dopo l’anteprima di Mike alla Festa del Cinema di Roma, emerge una notevole consapevolezza dei propri mezzi. Se, infatti, per interpretare Bongiorno, il ragazzo si è abbeverato al libro La versione di Mike, autobiografia scritta a quattro mani dal conduttore con il figlio Nicolò, per recitare nei panni del frontman degli 883, Elia ha avuto la fortuna di incontrare direttamente Pezzali. Le serie sono state girate entrambe per lo più nelle città d’origine dei due personaggi rappresentati: Torino per Mike, Pavia per Max e Elia, calandosi nelle parti, è riuscito a fare suoi anche i luoghi, elementi non secondari nei set che, nel caso di Hanno ucciso l’uomo ragno, si sono protratti per ben sette mesi con un primo “autoprovino” – ha raccontato l’attore – inviato alla produzione oltre due anni fa.

Nella serie Mike, invece, a Nuzzolo è toccata in sorte la parte di vita rimasta fuori dagli scherm con il futuro conduttore che, nato a New York, arrivato piccolissimo in Italia, affronterà l’orrore della seconda guerra mondiale quando fece anche la Resistenza e fu arrestato per poi essere ricondotto dalla buona sorte (e dal passaporto americano) negli Stati Uniti dove avrà modo di studiare da vicino la radio e la televisione per esportare poi quella magia in Italia. «In entrambi i casi – ha raccontato Elia Nuzzolo al Corriere della Sera – ho cercato il giusto mezzo: non imitandoli ma rendendoli miei». Una missione che, a giudicare dal successo ricevuto, è perfettamente riuscita.

 

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