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Vasco Rossi, il dramma: "Mi sputavano addosso per strada"

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Vasco Rossi, il rocker più amato dagli italiani, si racconta nel volume "Vivere/Living". Lo fa a modo suo, come racconta ilGiornale, senza usare giri di parole, diretto e schietto come sempre: "Io provoco, poi succede un casino". E di certo le sue provocazioni, spesso trasformate in note e testi da brividi, hanno accompagnato e accompagnano ancora oggi una intera generazione. Ma è in questo volume che il rocker svela la sua parte più profonda, il Balsco inedito, sconosciuto ai più che rivela come è cominciato tutto in questa sua lunga, lunghissima, carriera: "All’inizio ho preso molti schiaffi, soprattutto dalla critica, ma anche dalla gente. C’è stato un periodo in cui mi sputavano anche per la strada e mi davano la colpa di tutto, avevano interpretato le mie canzoni in modo diverso dalla realtà".

Uno sfogo? No, un ricordo di quando si comincia, tra le difficoltà, una strada che porta in alto. Ma Vasco sa bene qual è il motivo di questo livore degli esordi nei suoi confronti: "Le mie canzoni sono provocazioni artistiche". Una parola, su tutte, lo ha sempre accompagnato: "sconvolto".

 

 

È lui a spiegare il senso di questo termine: "Sì in effetti sconvolto ha molti significati, anche stupefatto. Noi che uscivamo dagli anni Settanta con tutti i sogni che avevamo avuto, poi negli anni Ottanta eravamo un po’ sconvolti...". E in effetti chi ama e ha amato le sue canzoni non può che essere "sconvolto" da quella struggente energia che si declina in ogni verso del Blasco nazionale. 

 

 

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