Amadeus, Moretti e Saviano: a sinistra crollano anche gli Dei della cultura
Tra temperatura reale e temperatura percepita si allarga ancora la forchetta, solo che qui non si tratta di meteorologia ma di cultura e spettacolo. Territori nei quali, praticamente lo diciamo ogni giorno, la sinistra regna indisturbata fin dal dopoguerra senza prevedere nessuna alternativa possibile: o noi o noi. Se si parla di festival letterari, di mostre d’arte e di cinema, di aule universitarie, la questione non è nemmeno in discussione. Diverso è, o comincia a essere, quando decide il pubblico televisivo, orizzontale, indefinibile, ibrido, che si sta abituando a scegliere ciò che vuole in un’offerta sempre più ampia e dettagliata.
Non si può dire che lo zoccolo duro dei telespettatori di sinistra non esiste più, ma che si è stancato sì, che non crede più nei “falsi miti del progresso”, che alla fine preferisce il dialogo o lo scontro del talk show invece del monologo e del pippone senza contraddittorio e applausi pecoroni. Si assiste dunque a un interessante fenomeno, la caduta degli dei e più uno cade dall’alto più rischia di farsi male (...)
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