Stefano De Martino, l'ascesa del nuovo "re dei pacchi"
Se morto un papa se ne fa un altro – Amadeus se ne sarà accorto – morto un re se ne fanno tre. Ed eccolo dunque il nuovo re. Re Stefano. Il Re De Martino che già a giugno gli stessi vertici Rai, incuranti delle resistenze della casa di produzione Banijay, vollero preparare al Teatro delle Vittorie. Cinque giorni di prove per arrivare impeccabile non tanto al debutto del 2 settembre quanto al duello, con Amadeus, del 23. Che in effetti De Martino ha vinto. Ed eccolo, il “giovane favoloso”. Re Stefano. Lui che a Torre Annunziata, racconta, ci è nato e ha fatto di tutto: «cameriere, barista, parcheggiatore», dice, «al punto che non mi spaventa niente» (che guappo). Lui che – creatura di Beppe Caschetto – dopo tanta gavetta ha imparato a vendere come Dulcamara speranze persino milionarie (i famosi “pacchi”) ai ben 4,4 milioni di spettatori. Lui che ha sconfitto quell’Amadeus, si diceva, che con le 926mila anime in pena, accorse sul Nove, ha totalizzato appena il 5,2 per cento di share. E dunque pochino. Anzi pochissimo.
Troppo poco per Ama l’infungibile. Per Re Ama l’insostituibile che se ne andò dalla Rai, ricorderete, per «mancanza d’affetto». Embè? Dopo di lui il diluvio? Macché. Se morto un papa se ne fa un altro, morto un re se ne fanno tre. E se ancora c’è chi si domanda, a distanza d’anni, quale elisir d’amore abbia somministrato Re Stefano a donna Belen, quale malia partenopea abbia inflitto alla «Ferrari delle donne» (così la chiamava), c’è pure chi non coglie, oggi, con lo stesso sospetto, come sia possibile. Quale sia stavolta l’elisir dietro al 25 per cento di share che Stefano De Martino, appunto, ha garantito lunedì alla Rai con “Affari tuoi”. Ma adesso, tornando a noi, chi è appunto codesto re? Chi è il ragazzo che ha stregato Belen? Il “giovane favoloso” alla conquista di quei vertici (ad Roberto Sergio e dg Giampaolo Rossi) persino più anaffettivi di Aldo Grasso che di lui dice «conduttore di inane bambolaggine»... Ma soprattutto, come ha fatto cotanto bambolo a farsi blindare sino al 2028 con un cachet da 8 milioni e a farsi titillare per i prossimi Sanremo? Domande. Che richiedono risposte. E a dire il vero il personaggio è interessante assai. Perché dietro il trentaquattrenne che a Francesca Fagnani dice «sono ignorante ma ignorante socratico», c’è un gran furbacchione, si vede. E dietro un gran furbacchione, più che una “grande donna”, c’è sempre una donna più grande, si sa. E in principio fu infatti Amici e, con Amici, fu Maria. La mamma De Filippi che lo volle in quota ballerino e gli procurò un contratto col Complexions Contemporary Ballett. E gli procurò ancora, a proposito di donne più grandi, la storia d’amore con la vincitrice Emma Marrone a sua volta dimenticata con la «più bella del mondo» Belen, madre del figlio Santiago e conduttrice di “Pequeños gigantes”, di cui De Martino fu protagonista. Da allora l’apprendistato da Fred Astaire andò spedito.
Programmi su programmi sino al ruolo d’inviato e pupillo (ancora) di Alessia Marcuzzi per l’Isola dei famosi nel 2018, la conduzione di “Made in Sud” (Rai2) nel 2019 e il programma dei pacchi, infine, nel 2024. Quell’Affari tuoi che fu tra gli altri della Clerici, oggi commossa – rivela – per l’ascesa del reuzzo. Cosicché fra i consigli di Maria, i complimenti d’Antonella, la presunta e poi smentita affinità con Arianna (Meloni) e poi il veleno di Belen – che sui social gioca col nome dello show: «Non è stato un buon affare» – ecco, fra consigli e veleni, circonfuso d’affetti e donne, De Martino centra il punto. Ed è il re, Re Stefano, che il nuovo vertice azzecca. Anche perché, a dispetto delle apparenze (e cioè dei tatuaggini da “bambolo inane”), il reuzzo ha capito tutto. E come in amore ha imparato dalle adulte così in tivù apprende dalle anzianotte. Letteralmente. Ovvero dalle over 75 che, Istat alla mano, in quota “telespettatori” superano il 90 per cento del totale della fascia anagrafica. «Quando mi hanno proposto Affari tuoi», dichiara a TV Sorrisi e Canzoni, «ho pensato a mia nonna. Lei è stata il mio primo strumento di studio del mezzo televisivo». Strumento di studio che gli ha indirettamente suggerito, per esempio, di tornare al pacco di cartone (familiare quanto il tapiro) non meno che alla cornetta rossa. Strumento di studio che dopo l’irraggiungibile Belen l’ha portato alla conquista degli anaffettivi vertici Rai e dell’access prime time. Ed ecco. Sarà pure ignorante, questo re. Sarà pure socratico, bambolo e inane. Ma insomma, chiamalo scemo.