Gino Paoli, rivelazioni-choc: "Schiaffi a Ornella Vanoni, calci in cu*** a De Andrè"
"Ho dovuto prenderla a schiaffi, schiaffi veri": Gino Paoli, che lunedì 23 settembre compie 90 anni, lo ha detto a proposito di Ornella Vanoni. Intervistato da Repubblica, in particolare, ha raccontato che la voce della cantante, pur essendo straordinaria, "andava usata nella maniera giusta. Non poteva cantare da soprano i pezzi sulla malavita. Mi ha preso come produttore. Volevo tirar fuori l’Altra Ornella, più intimista". Di qui gli schiaffi: "'Non ce la faccio!', mi supplicava. E io: 'Fai come ti dico!'. È sbocciata".
Su Fabrizio De Andrè, invece, ha detto di averlo lanciato "letteralmente: a calci in c**o sul palco della Borsa di Arlecchino, cabaret genovese di teatro impegnato. Tra un tempo e l’altro suonavo la chitarra. Per qualche sera mi sono fatto sostituire da Fabrizio: terrorizzato dal pubblico, si ubriacava come un cosacco. Altro grandissimo talento, però è sempre stato troppo impallato con Brassens: secondo me il miglior De André era quello che si affidava all’istinto". Paoli ha scoperto anche Lucio Dalla. E a tal proposito ha detto: "Abbiamo fatto insieme il Cantagiro. Ci siamo trovati da dio, innamorati l’uno dell’altro. Quel barilotto brutto e barbuto aveva un talento naturale immenso. Si esprimeva, s’accendevano le luci. Avevo qualche conoscenza nel cinema: sono stato in dubbio se farlo diventare attore o cantante. Qualsiasi cosa avesse fatto, Lucio sarebbe stato un grande".
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Parlando, poi, del proiettile che ha nel cuore ha rivelato: "Prima in aeroporto suonava, ora passo i controlli e nessun rumore: si deve essere spostato, incapsulato meglio. Quando ho fatto quella cosa idiota, mio padre mi ha portato da uno specialista: operiamo. Oppure? Se lo tiene: ma se il proiettile si muove, lei muore nel giro di 10 minuti. Faccia l’amore con moderazione, non beva e non fumi. Sia prudente. Ciao. Ho fatto sesso la notte stessa, in ospedale. La vita è una questione di c**o".