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Sabrina Salerno, il dramma: la regina della disco col tumore al seno

Giordano Tedoldi
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Ieri, dal suo profilo Instagram, la showgirl Sabrina Salerno ha comunicato: «Tra poche ore entrerò in sala operatoria per un intervento al seno a causa di un nodulo maligno». Nel post appare una foto dall’ospedale Ca’ Foncello di Treviso in cui la stella di molte estati degli anni ’80 si mostra vulnerabile, con l’ago della flebo nel braccio sinistro e i pantaloni del pigiama. Il messaggio prosegue raccomandando di fare periodicamente la mammografia, perché la prevenzione è ancora l’arma più efficace contro il tumore. Senza falsi pudori, si può anche osservare che nella foto Salerno ha voluto comunque mostrare, benché in parte ombrato da una maglia, quel décolleté che lei stessa ha sempre fieramente rivendicato come un attributo decisivo del suo successo.

L’immagine di una donna colpita dalla malattia in un punto del suo corpo che è stato, ed è ancora – forse Sabrina Salerno è più bella e attraente oggi, che quando calcava i palcoscenici da giovanissima -, un naturale oggetto del desiderio, è evidente, e quasi esplicita nello sguardo dolceamaro con la quale ci guarda dallo schermo. Ma oltre a questa prima impressione, dopo avere augurato il meglio a una protagonista dello spettacolo che ha allietato e reso più leggera l’adolescenza di molti che la vedevano sì bellissima e sexy, ma mai altezzosa o pretenziosamente diva – era quasi la compagna di classe che tutti avremmo voluto avere per divertirci alle feste – c’è un’altra considerazione che viene di fare, che è relativa a questi annunci, che ci sembrano sempre più frequenti, di donne ancora nel pieno vigore.

 

 

Solo pochi giorni fa la modella Bianca Balti ha parlato del suo cancro alle ovaie al terzo stadio. I dati più recenti diffusi da Komen Italia, associazione che da più di vent’anni lotta contro il tumore al seno, sono ambivalenti: indicano sì un calo di mortalità – proprio grazie alle diagnosi precoci – ma anche un aumento continuo, benché lieve, dei casi annui. Il coraggio, la vitalità di Salerno, Balti nell’affrontare la loro prova ci lascia ammirati, ma non possiamo che interrogarci sulla diffusione e la persistenza, specie presso le donne, e anche in giovane età o comunque non particolarmente avanzata, dei casi di cancro.

Non siamo oncologi e non sta a noi stabilire se, di là dalla percezione, ci sia un qualche segnale di allarme, e quali possano esserne le cause. Ci è stato spesso ripetuto che i tumori sono legati a stili di vita particolarmente deteriori, ma non ci sembra il caso delle persone che, di recente, hanno divulgato la loro diagnosi. Ripetiamo, sono interrogativi che avanziamo nella consapevolezza che altri, deputati a farlo per studi e preparazione, dovranno, eventualmente, riprenderli per eventualmente fornire chiarimenti.

 

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