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M., frignano sul fascismo e si riempiono le tasche

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Per evidenti ragioni (essendo nato nella seconda metà dell’Ottocento ed essendo morto nel 1950), il grande Tri lussa, Carlo Alberto Salustri, ingiustamente ricordato solo come poeta romanesco, non ha fatto in tempo a conoscere gli attuali protagonisti del Festival del cinema di Venezia. Eppure – senza saperlo – li ha ben rappresentati in un indimenticabile sonetto dedicato all’ipocrisia di certi politici.

La poesia (intitolata, con raddoppio romanesco di una consonante, La sincerità ne li comizzi), descrive un deputato che si commuove parlando in piazza. Ma a quella commozione Trilussa non crede: «E allora pianse: pianse così bene che quasi ce rideva pure lui». Ecco: sostituite “er deputato” con un attore, un regista e uno scrittore e ci siamo. In che senso? Come ieri vi ha raccontato su Libero il nostro Luca Beatrice, è stata appena presentata a Venezia la serie “M”, tratta dai lavori di Antonio Scurati sul Duce, che gli abbonati si sorbiranno su Sky nel 2025. E fin qui, affari loro: libera serie in libera tv, libero abbonamento in libero etere, libero fischio in libera piazza. (...)

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