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Spielberg, "ha rovinato gli squali": l'ultima eco-follia

Alessandra Menzani
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Sappiamo che è un’epoca di permalosità in cui bisogna chiedere scusa a tutti, anche tardivamente. Alle donne, ai nativi americani, alle persone di colore, a Biancaneve che era stata baciata senza il suo consenso dal principe azzurro, ai Nani che sono stati vittime di bodyshaming perché bassi, a tutte le minoranze e agli oppressi. Alle categorie per qualche ragione maltrattate, emarginate, umiliate. Ok.

Ma questo non basta. Ristabilire la giustizia non è un tema che riguarda solo gli umani ma anche il mondo faunistico. Secondo il regista di Titanic e Avatar James Cameron il senso di colpa va esteso anche agli animali. Secondo Cameron oggi bisogna chiedere scusa anche agli squali, che non sono cattivi come sembrano, bensì sono vittime di una campagna d’odio il cui colpevole ha un nome e un cognome: Steven Spielberg. La polemica più assurda dell’estate è sicuramente questa, vince a man basse su tutte le altre. Cameron attacca il collega per il film Lo squalo del 1975, che raccontava di uno squalo divoratore di uomini che attacca i bagnanti su una spiaggia dell’isola di Amity.

 

 

 

QUATTRO CAPITOLI

Ricordiamo che il primo originario Lo squalo ha avuto poi tre sequel: nel 1978, nel 1983 e nel 1987. In una intervista al quotidiano britannico The Guardian Cameron confessa: «Steven ha fatto regredire la causa degli squali. In quanto cosiddetti predatori apicali, gli animali sono una parte importante della catena alimentare e questo viene riconosciuto poco dal pubblico. Gli squali hanno una cattiva reputazione». Reputazione. Gli squali.

Il regista di Titanic è anche un sommozzatore e un convinto sostenitore della protezione degli oceani e dei loro abitanti, come il divo Leonardo diCaprio. E dice: «Gli squali esistono da circa 300 milioni di anni. Sono stati una delle prime forme di vita vertebrate superiori a comparire sul pianeta e sono incredibilmente adattati al loro ambiente. Non ci sono animali buoni e cattivi, ma solo una consapevolezza: gli oceani sono spietati».

Spielberg prende l’attacco seriamente. Anzi, aveva già messo le mani avanti circa un anno e mezzo fa in un’intervista alla Bbc dove aveva dichiarato: «Mi dispiace davvero e fino ad oggi rimpiango la decimazione della popolazione di squali a causa del libro e del film. Me ne pento molto... Questa è una delle cose che ancora temo. Non di essere mangiato da uno squalo, ma che gli squali siano in qualche modo arrabbiati con me per la frenesia dei folli pescatori sportivi avvenuta dopo il 1975». Negli ultimi anni il film del 1975 è stato infatti accusato di aver rappresentato nel modo sbagliato questi animali, demonizzandoli eccessivamente e favorendone la caccia. Dall’inizio degli anni Settanta, la popolazione mondiale di squali e razze è diminuita del 71% a causa della pesca eccessiva e il regista statunitense si sente in parte responsabile. D’altra parte ognuno si fa del male come crede.

Comunque la questione è chiarita: gli squali sono importanti, come tutte le specie animali ha una sua collocazione e un suo scopo. Bene. A voler essere puntigliosi dovrebbero chiedere scusa anche il regista Alejandro Inarritu per la scena dell’orso che quasi uccide Leonardo DiCaprio in una scena memorabile di Revenant (2015) e anche Peter Jackson per la cattiva pubblicità che ha fatto agli scimmioni girando il film King Kong (anno 2005). Lo stesso James Cameron dovrebbe fare mea culpa per come aveva trattato un’altra “incolpevole” specie animale, i piranha, un tipo di pesce che attacca l’uomo se si sente minacciato o se percepisce l’odore del sangue.

 

 

 

IL “PRECEDENTE”

Fu James Cameron, infatti, a dirigere nel 1982 il terrorizzante Piranha Paura, pellicola in cui orrendi pesci famelici coi denti appuntiti, mangiatori di carne e pure volanti, facevano strage di uomini in una baia dei Caraibi (un film davvero agghiacciante, che per fortuna nessuno ricorda). I veri pirahna, poverini, si saranno offesi. Ora dovrebbe spuntare un animalista o un fan della specie, che si trova soprattutto nei fiumi e nelle lagune dell’America del Sud, sostenendo che Cameron ha rovinato la reputazione a questi amabilissimi pesci. Avrebbe sicuramente ragione.

 

 

 

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