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Baffo da Crema: "Ho sbagliato, anche molto, e lo ammetto. Quanto guadagno adesso"

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Successo e disgrazia, biglietto di andata e ritorno dall’inferno. Stiamo parlando della voce soffocata più convincente del telemarketing anni Ottanta, Novanta e Duemila, cioè Roberto Da Crema, il Baffo più famoso delle televendite italiane. Il suo successo ha abbracciato presto il mondo dello spettacolo: si è dato al canto e al cinema ed è comparso in Camera Café, Pomeriggio Cinque e La fattoria. E presto ci sarà una docu-serie su di lui. Arrestato nel 2003 con l’accusa di bancarotta fraudolenta, ora è l’addetto al marketing di un’azienda con 5 magazzini sparsi in tutta la Lombardia e lavora con i figli Valentina e Moris. Hanno 68 dipendenti ed un fatturato da 20 milioni di euro l’anno!

Roberto Da Crema si è fatto intervistare dal Corriere di Milano proprio in uno dei suoi magazzini: “A papà un giorno proposero lo stock di detersivo Omino Bianco da piazzare porta a porta. Io avevo sei-sette anni e andavo con lui sulla Fiat 600 Multipla, già rompevo le balle”. L'opportunità di lavorare in tv arriva quando convince una signora, già in possesso di una jacuzzi, ad acquistare un idromassaggio. Suo marito, proprietario di Telecolor, il giorno dopo si presenta a Roberto e gli domanda come abbia fatto a concludere la vendita. Gli dà uno spazio televisivo. Ma alla prima televendita, di 12 minuti, non guarda mai l'obbiettivo: “Avevo bisogno di un cliente vero. Per questo c'era la signora delle pulizie lì con me. Quella prima pubblicità ha fatto 6 milioni di lire”.


L’arresto, il momento più duro: “Ero a Radio Italia, sembrava un film, sotto arrivano sei pattuglie della polizia. Scendo e mi dicono: siamo qui per te”. Viene condannato a 1 anno e otto mesi con la condizionale, oltre a pagare una sanzione di 650 mila euro. “Piangevo continuamente. Pensavo che lì dentro sarei morto: dove sono finito, perché? Il senso di vergogna era un macigno. È saltato fuori che anche in carcere mi conoscevano, ricevevo inviti a pranzo. C’era un detenuto che scontava l’ergastolo, le guardie mi chiamano: vorrebbe chiacchierare un po’ con te, sei famoso. Quando sono uscito, mi ha chiamato Lele Mora per un evento in una discoteca di Brescia. Temevo che mi lanciassero pomodori, ma ci sono andato: dovevo riprendere a lavorare”.

Come nasce la sua nuova vita? Il Baffo racconta: “Tutto prende forma nel 2013, ricevo la telefonata di un amico che mi dice di avere un sacco di roba dal cambio merci e mi chiede se la voglio. Penso: torno in pista, è ora. Io non avevo il magazzino, però sapevo che a Busnago un negozio cinese aveva appena disdetto l’affitto. Erano 300 metri quadri, in due giorni ho messo quattro lampadine, è arrivato il camion. Bancali ovunque, dentro alle scatole abiti di almeno dieci anni. Camicie con il collo a punta, capisce? Chi le poteva volere? Ho avuto un’idea”. L’idea è l’acquisto di uno spazio notturno su Telelombardia, il Baffo torna in pista con la sua parlantina roca ed efficace ed annuncia l’apertura del negozio. “La mattina dell'inaugurazione c'era la coda. Inizialmente fatturavo 70-80 mila euro, ora in un anno la cifra arriva a 20 milioni. I dipendenti dei suoi negozi sono in tutto 68 e i metri quadrati complessivi circa 7 mila”. Il lavoro lo ha portato a conoscere Loredana Berté, che da lui compava pentole, Silvio Berlusconi, Vittorio Sgarbi e Antonio Ricci, che invece aveva acquistato un fornetto. Oggi è ancora molto amico di Teo Mammucari e Paolo Bonolis.

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