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Mel Gibson tiene testa alle Olimpiadi

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Klaus Davi
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Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo

CHI SALE (Braveheart) Non è davvero facile controprogrammare un evento così dirompente come le Olimpiadi che tante soddisfazioni ha dato alla Rai (ovviamente anche a tutto il Paese). A Rete 4 hanno pensato bene di contrapporre un film che più lontano non si può dall’immaginario gender, considerato un evergreen della cinematografia, cui si sono ispirati diversi movimenti politici e che ha tenuto degnamente testa alla Cerimonia di Chiusura di Parigi 2024. 

Una media del 4.2% di share con punte vicine al 10% nella parte finale è un ottimo risultato che ha consentito alla rete una volta identificata con le telenovelas di piazzarsi quarta in prime time. Poco importa se ci sono stati errori storici nell’articolazione della trama. La favola proto-sovranista che racconta le gesta di William Wallace (Mel Gibson), che nella Scozia di fine 1200 si mette a capo di una rivolta epica contro gli invasori inglesi, ha sottratto uno spicchio di pubblico maschile alle celebrazioni olimpiche, come notano i pubblicitari. Non sono mancati i giovani 15/25 anni attratti da una storia di prevaricazione e prepotenza dal sapore anti-imperialistico e i quali evidentemente riconoscono in un personaggio divisivo come Gibson un antidoto all’orgia di politically correct che ammorba i nostri tempi. Per l’ennesima volta, sono i numeri a raccontarci pezzi di Paese reale.

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