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Corinne Clery, l'affondo dell'attrice: "OnlyFans rovina i giovani"

Daniele Priori
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C’è una generazione agée che non molla. A guidarla è una diva, di quelle eterne che, una volta, sarebbe stata definita senza età ma oggi, visti i tempi che cambiano, con l’età riesce invece anche a scherzare al punto da farne una nuovissima fiction di prima serata per la televisione. Parliamo di Corinne Clery, l’attrice francese divenuta celebre sin da giovane grazie a una pellicola erotica che ha fatto epoca: Histoire d’O, film uscito nel 1975 ispirato al romanzo di Pauline Reage. Un’opera di cui ancora oggi Corinne è fiera.

«Rispetto a quello che si vede oggi – scherza - io facevo ridere i polli. In realtà quella è una storia di denuncia ancora molto attuale perché il mondo non cambia mai in realtà, al massimo peggiora.... Il libro e il film affrontano il tema della donna oggetto». Invece la grande tematica al centro della nuova produzione in onda nella prima e seconda serata del 16 agosto su Canale 5 in prima visione assoluta, è il confronto tra generazioni e si intitola Fragili. Corinne Clery è tra i protagonisti. Qualche anticipazione a Libero l’aveva fornita, alcune settimane fa, anche un’altra delle grandi attrici che vedremo in scena: Barbara Bouchet. Nel cast d’eccezione ci saranno poi Massimo Dapporto, Maurizio Mattioli e Barbara Alberti. «L’ho voluta io nel cast.Èuna donna eccezionale per intelligenza e libertà di pensiero. La adoro». Il regista Raffaele Mertes ha accettato di buon grado.

 



Per affrontare la prima serata del giorno dopo Ferragosto, questi Fragili avranno bisogno di una bella corazza. Non trova?
«È una data molto difficile ma mi sento positiva perché è come il 26 dicembre. Tutti hanno fatto festa il 15 e il 16 staranno a casa a guardare Fragili anche perché su tutti gli altri canali non c’è nulla in questo periodo. Mediaset ha voluto fare inoltre questo esperimento di tenere insieme le due parti tutte in un’unica serata. Sono fiduciosa che il pubblico di persone grandi o agée, come mi piace dire, ci seguirà».

Il grande tema della fiction è certamente il “confronto generazionale”. Lei pensa che nella realtà ci sia o meglio sia possibile questo dialogo oppure tra le diverse generazioni prevarranno il silenzio e l’incomprensione?
«Credo serva uno sforzo da entrambe le parti. I giovani non sono contro le persone grandi. Semplicemente sono mondi che non si conoscono tra loro. Poi quando le nuove generazioni scoprono che c’è una storia alle spalle, allora si interessano a cose che, poverini, loro non potranno fare mai perché sono tempi finiti. Per questo penso che Fragili possa piacere pure ai ragazzi. Un po’ come continuano a piacere le storie di Nonno Libero...».

Lei, al di fuori della scena, proprio parlando del rapporto con uno dei suoi affetti più cari, suo figlio Alexandre, vive da anni una situazione di incomunicabilità di cui lei stessa ha parlato. È cambiato qualcosa nell’ultimo periodo o la situazione è cristallizzata?
«È tutto come era sette anni fa. Grazie a Dio ho le mie nipotine che sento, ma vedo poco perché vivono all’estero. Ora una è tornata dall’Argentina, l’altra è partita per la Thailandia. Sono felice per loro, non mi lamento mai del fatto che non le vedo molto perché hanno la loro vita da fare. Grazie ai social, Instagram e Whatsapp possiamo parlare ogni volta che vogliamo. Con loro ho un rapporto molto affettuoso che ho recuperato perché anche in quello ero stata messa da parte. Sono una che sembra sempre tanto forte. Sono sempre allegra fuori, ma triste dentro. Sono tante sfaccettature, però rispetto gli altri e se è così il loro volere lo accetto. Non lo comprendo, però non voglio più soffrire e ho smesso di correre dietro a un sogno che non si può avverare. L’amore, d’altra parte, non si può comprare. Ho fatto tutto il possibile».

Parlando di confronto tra generazioni, lei che è stata, con Histoire d’O, un’icona del cinema erotico, cosa pensa di un fenomeno di questi tempi come OnlyFans?
«Di Histoire d’O me ne parlano ancora adesso quando vado all’estero. È un cult rimasto nell’annuario della mia carriera. Un film che amo molto. Queste piattaforme, invece, rappresentano solo il consumismo. Si fa tutto soltanto per soldi. OnlyFans non l’ho mai visto ma mi hanno raccontato. È qualcosa in cui si brucia tutto come un fiammifero. Le persone che scelgono quel tipo di esposizione durano lo spazio di un acquazzone. Si bruciano per niente. È un fenomeno che rappresenta la fine dei sentimenti, della curiosità: la fine dell’amore. E questo mi dispiace moltissimo per i giovani».

Eppure con il mondo femminista quando Histoire d’O uscì qualche problemino lo ebbe anche lei...
«Certamente. Mi attaccarono ma io risposi che erano delle stupide per due ragioni: anzitutto perché stavo recitando una parte scritta da altri, quindi loro stavano confondendo il ruolo con la persona. Io sono un’attrice e per me anche il nudo è un costume di scena. Ma si figuri, per quel film ho preso dei premi proprio per l’eleganza del messaggio che trasmetteva!».

Da giovanissima lei ha subito un grave attacco che le ha causato un problema permanente a un occhio. Leggendo storie come quelle più recenti di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, cosa ha pensato?
«Avevo 15 anni e non avevo ancora nemmeno dato un bacio a un ragazzo. Con la mia famiglia eravamo in vacanza a Marbella assieme ad alcuni amici dei miei genitori. Pare che il figlio più grande si fosse invaghito di me ma io non l’avevo neanche capito, come mi capita sempre. Fatto sta che eravamo alla festa di fine vacanza, io stavo conoscendo un ragazzino di 16 anni col quale ero per mano e il figlio di questi amici, preso dalla gelosia, mi tirò in faccia un petardo».

Cosa sente di dire alle ragazze giovani di oggi al riguardo?
«I consigli non servono a niente e a nessuno. L’unica cosa che posso dire è di non arrivare mai a dare ultime possibilità e soprattutto non andate da sole ad appuntamenti che sembrano complicati... D’altra parte va anche detto che la violenza psicologica che subiscono queste povere ragazze che poi finiscono martirizzate è sottile e difficilissima da spiegare. A volte si rischia di sembrare pazze. Ione so qualcosa».

Lei non ha avuto timore nemmeno di dichiararsi anticomunista. Perché?
«Ho avuto modo di conoscere le realtà dei Paesi dell’est e le assicuro che il comunismo da quelle parti non era quello che conosciamo qui da noi... Poi ho anche molti amici comunisti che rispetto ma quello che chiedo è la coerenza. Lo dico forte del fatto che non ho mai lavorato grazie ad aiuti politici o conoscenze. Invece ci sono persone schierate apertamente a sinistra che in un modo o nell’altro lavorano sempre e con più facilità...».

In amore invece - ha detto - che ormai la sua boutique è chiusa. È ancora così?
«È chiusa ermeticamente! (Ride). Nella mia testa e nel mio cuore c’è solo mio marito Giuseppe che non c’è più (l’imprenditore Giuseppe Ercole, scomparso nel 2010 ndr). Ho avuto una storia con un uomo più giovane (l’attore Angeo Costabile ndr) ma, senza voler nulla togliere a lui, ha rappresentato un diversivo, una storia carina che credo di aver gestito bene. Quando mi sono stancata è finita. Mi dissero che avevo scelto una persona diversa a Giuseppe proprio per non fare un torto a mio marito. Vero».

Qual è la speranza più profonda e autentica per il suo futuro, Corinne?
«La vita è bellissima. Io vivo in un casale parecchio isolato dove non ho nessuna paura e godo di ogni piccola cosa, a partire dalle più semplici: i miei animali, i miei cani. L’ultimo l’ho chiamato Nino. Godere delle piccole cose aiuta a non cercare la luna che è inarrivabile».

 

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