Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla ribalta tutto in tribunale: "Ha deciso lei"
Una autodifesa serrata, quella di Andrea Piazzolla, che scarica tutto sulle spalle della defunta Gina Lollobrigida, di cui era il giovanissimo factotum, e che potrebbe cambiare le sorti del processo in cui l'assistente ha già ricevuto una condanna a 3 anni di reclusione lo scorso 13 novembre per circonvenzione di incapace.
Secondo Piazzolla la diva del cinema italiano, scomparsa il 16 gennaio del 2023 a 96 anni, "ci teneva moltissimo a fare questa asta ed era lei che aveva i rapporti con la casa d'asta. Io non ho deciso nulla. Per me lei era come una madre e, se ha vissuto bene fino alla fine, una piccola parte è stata merito anche delle attenzioni che ha ricevuto da me", ha spiegato l'assistente in tribunale.
"Lo faceva sempre all'ultimo minuto": Gina Lollobrigida, la pesantissima accusa al figlio
Insieme al ristoratore Antonio Salvi, Piazzolla è accusato di aver sfruttato lo stato di vulnerabilità della Lollobrigida, dovuto all'età e all'affetto e fiducia che l'attrice provava per lui. Secondo la Procura, Salvi si sarebbe improvvisato intermediario con la casa d'aste Colasanti per la vendita di 350 opere d'arte di proprietà della Lollobrigida. Per Piazzolla, però, Gina aveva chiesto a Raffaella Colasanti di conservare alcuni beni nel magazzino della casa d'aste per non farli trovare all'amministratore di sostegno, che il Tribunale aveva nominato nel 2021 accogliendo la richiesta del figlio dell'attrice, Andrea Milko Skofic, convinto della incapacità di intendere e di volere dell'ormai anziana madre.
Scoperto l'imminente inventario, la Lollobrigida avrebbe dunque deciso di vendere all'asta alcuni oggetti. Sul conto di Piazzolla, che Gina aveva designato come erede alla pari con il figlio, c'è la vendita di tre appartamenti dell'attrice in piazza di Spagna a Roma e di alcuni gioielli della diva.
"Battuto a 19.000 euro": Gina Lollobrigida, l'oggetto più richiesto all'asta
"Quando Gina ha saputo che l'amministratore giudiziario voleva fare un inventario è andata su tutte le furie - spiega il factotum, come riportato dal Messaggero -. Io non ho fatto nulla. È stata Gina a decidere di iniziare a vendere degli oggetti. Non l'ho neppure mai consigliata perché non ho le competenze: quello dell'arte è un mondo che non mi appartiene". Del ricco patrimonio della Lollobrigida rimane la villa di 900 metri con parco e piscina sull'Appia Antica.