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Matteo Carnieletto, ovvero l'eroismo di riscoprirsi padre nel mito di Ettore

Lorenzo Cafarchio
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«Uno degli slogan del '68 era niente padri né padroni. Il problema è che avendo tolto di mezzo i padri ora non abbiamo più uomini e, a breve, nemmeno figli». Matteo Carnieletto ci porta dritti al nocciolo della questione. Tra genitore 1 e genitore 2 la figura del fu capofamiglia attraversa un'epoca di profondo appannamento. «Gli uomini sono sempre più disorientati e, di conseguenza, non sanno come condurre le proprie vite e sono in balia di sé stessi. Mi sono quindi chiesto come sia potuto succedere tutto questo e la riposta che mi sono dato è che, da un po' di tempo a questa parte, si sta cercando in tutti i modi di annichilire la figura maschile perché rappresenta l'autorità. Un concetto insostenibile per un certo mondo e che, pertanto, deve essere eliminato». La penna de Il Giornale ha dato alle stampe, per i tipi di "Passaggio al Bosco", il volume Alla ricerca di Ettore. Manuale per riscoprire l'eroismo (perduto) dei padri (68 pp., 7,00 euro), con la prefazione di Alessandro Manzo, per cercare un antidoto all'era disgraziata in cui sono immersi i maschi innamorati tanto cari a Gianna Nannini.

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