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Emma ai stronca da sola: "Sono tragicomica, sono un pagliaccio"

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 Emma Marrone

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Quella di Emma Marrone non è tanto una rinascita, dopo il successo del suo Apnea, portato al Festival di Sanremo, quanto "un ricongiungimento affettivo con la musica. Si è riaccesa la fiamma di quando non avevo una lira e facevo grandi sogni, non solo sacrifici. Questo mestiere è bellissimo ma negli ultimi tempi è diventato velocissimo. Pur dando il massimo, rischi di perdere qualcosa", dice la cantante in una intervista a La Repubblica.

Del resto, prosegue Emma, è una società performante che non ammette fallimento e sconforto, invece è proprio da lì che s'impara. Mi sono fermata a riflettere molto e questo è il risultato di un continuo guardarmi allo specchio".

 

 

E allo specchio ha visto se stessa, "una ragazzina di paese che sognava una realtà molto più grande di quella che viveva. Me la sono conquistata, ma ero così impegnata a dimostrare di meritarmelo, che ciò che realizzavo non sembrava mai abbastanza. In Souvenir ho mollato le ossessioni e lasciato correre la creatività".

Rispetto alla sua vita, al tumore che ha avuto, alla morte del padre, Emma Marrone dice che "davanti a certi cataclismi, tutto il resto si ridimensiona, assume un altro peso. Attraverso la musica, sto curando la testa". E la sua musica la rappresenta: "Sui miei fatti pesanti, non ho mai smesso di ballare. Sono una persona tragicomica: tendo al dramma ma sono un pagliaccio, una caciarona". Ma attenzione, conclude, "per me la leggerezza è una cosa seria, non evanescenza". 

 

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