Cerca
Logo
Cerca
+

Alessandro Borghese: "Dopo una puntata di 4 ristoranti sono scappato a vomitare"

Roberto Tortora
  • a
  • a
  • a

L’ultimo racconto dello chef Alessandro Borghese, protagonista dello show televisivo “4 Ristoranti” e vicino alla sua decima edizione, è degno della performance del suo più grande imitatore, Max Giusti.

Il tutto avviene all’interno del podcast “20246”, talk semiserio e a tratti dissacrante in cui Fabio Rovazzi e Marco Mazzoli, a bordo di un’astronave, parlano del futuro del pianeta e intervistano ospiti nazionali e internazionali su temi di attualità, sostenibilità, innovazione, costume e società. Questo il racconto di Borghese delle sue esperienze con il programma: “A 4 Ristoranti sono successe due cose particolari, una volta eravamo al mare, ordino una spigola e mi arriva senza testa. Io chiedo il motivo e il cameriere mi dice ‘tranquillo che sistemo tutto’. Lui si avvia verso la cucina, io lo seguo senza farmi vedere e vedo che infila la mano nella spazzatura, prende la testa del pesce e la riattacca al corpo. Ecco lì è successo un bel disastro”.

 

 

L’aneddoto sconvolgente, però, arriva ora: “Poi c’è stata un’altra cosa che riguarda la cucina rurale, materica. Eravamo a Barbagia in Sardegna, partecipavano due o tre pastori sardi anziani e uno giovane che veniva visto in maniera dubbiosa dai più vecchi. Ultima cena, brace carne e Sa Cordula, che è l’intestino tenue dell’agnello avvolto su se stesso, dove dentro c’è ancora il chimo. Viene messo sulla brace, ma l’intestino devi pulirlo bene, perché è pieno di me**a. Arriva il piatto a tavola e i pastori si guardano, uno annusa e dice ‘sa di me**a’. Noi però eravamo in trasmissione, quindi con le telecamere e tutto il resto, quindi tagliamo e mangiamo. Ma non ce l’ho fatta, dopo aver mangiato un pezzetto sono scappato dietro al capanno a vomitare. Queste cose possono accadere, ma il bello della trasmissione è girare tutta l’Italia dove ci sono delle realtà dove gli animali vengono trattati bene ed è sostenibile mangiare la carne”.

 

 

Dai blog