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Christian Raimo, l'ultima sparata a L'aria che tira: "Una canna fatta bene"

Claudio Brigliadori
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Ha fatto la battuta, Christian Raimo, ma ride da solo. È il triste destino di chi, fustigatore morale e attivista antifascista in servizio televisivo permanente attivo, dall'alto del suo solitario scranno si accolla l'ingrato compito di assegnare lauree di presentabilità all'universo mondo. 

E così a L'Aria che tira, su La7, va in scena un altro teatrino di dubbio gusto, con l'opinionista (e professore, forse a tempo perso visto l'impegno catodico H24) che butta in caciara anche un tema serissimo come quello degli stupefacenti. "Visto Delmastro? Ha detto che non ha mai fatto uso di droghe", lo provoca David Parenzo. "Sì, solo pistole Delmastro. No, droghe no", la replica di Raimo. Cala il gelo ma resta l'insulto gratuito per l'esponente di Fratelli d'Italia. 

 


"A me sembra incredibile - si fa poi serio con fare da maestrino - che nel 2024 si debba ancora parlare di droga. Si poteva farlo negli anni 80 quando ti davano la caramella drogata fuori dalla scuola. Oggi per fortuna abbiamo una ricerca che va avanti, che sa che ci sono tantissime sostanze diversi che hanno effetti diversi". La confusione tra droghe leggere e cannabis light regna sovrana: "Veramente ne fa uso chiunque, genitori dei miei amici, di nonni...", prosegue Raimo. "Oggi le persone si possono prendere per consumo ludico, medicinale o ricreativo tante sostanze diverse. Si va dalla valeriana per dormire alla melatonina, la cannabis light, una canna fatta da un'amico, una canna fatta bene, un bicchiere di vino o di whiskey. Ognuno sceglie il suo consumo laico, liberale, tranquillante, eccitante". Il punto, conclude, è che "questo consumo sia fatto con sostanze prodotte nel modo migliore possibile, che il commercio non finisca nelle mani della mafia e che ci sia una informazione per i minori". E nel dubbio sfottere il nemico.

 

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