Alessandro Cattelan? Ecco perché il suo ultimo show non convince
Tanto rumore per nulla. O davvero molto poco. Roba da matti si potrebbe dire. E ci starebbe bene, visto che Da vicino nessuno è normale è una citazione colta del grande Franco Basaglia, lo psichiatra riuscito nell’impresa di chiudere per sempre, con una legge, i manicomi in Italia. Un carisma che, evidentemente, Alessandro Cattelan ammira, avendo scelto proprio la frase simbolo come titolo del suo nuovo programma di prima serata, in onda per tre lunedì su RaiDue, fino all’inizio di giugno.
L’intento iniziale (che però alla prova dei fatti si realizza a metà) è quello di mettere in piedi una trasmissione non di interviste - comfort zone di Cattelan- ma, in un certo senso, di riflessione leggera alla quale approdare grazie allo spettacolo declinato in varie forme: lo scherzo, la candid camera ma soprattutto la profonda interazione con il pubblico in sala nel Teatro Franco Parenti, scelto come non abituale set per un programma televisivo. Tutti pronti a mettere in luce, confessare, ironizzare su tic, manie e stranezze che ognuno di noi ha. I vip ospiti: da Tananai a Valerio Mastrandrea, dagli ex calciatori Adani, Cassano, Ventola fino alla campionessa di nuoto Federica Pellegrini sono chiamati, di fatto, a fare da spalla al conduttore, one man show al contrario che, spostando l’obiettivo sul pubblico e portandolo al centro della scena, punta a cercare di capire l’effetto che fa.
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IL GRANDE ASSENTE - Un gioco al quale- ha svelato Cattelan- doveva prestarsi anche l’annunciato, poi smentito, poi giustificato Fedez che avrebbe dovuto essere il protagonista di una performance in stile Marina Abramovich, intitolata Fedez is present.
Che inevitabilmente si è trasformato in un Fedez is absent per non gravi motivi di salute. Il teatro come gli studi tv nelle precedenti esperienze di Cattelan diventa insomma un open space, capace di arrivare fino fuori dalla sala, nella particolarissima cornice urbana offerta dal quartiere milanese dei Bagni Misteriosi. Tutto bello, almeno nelle intenzioni e nella trama di idee che a Cattelan non mancano mai. Idee che al massimo talora risultano un po’ troppo simili a quelle di precedenti show.
Peccato che ieri mattina alle 10 in punto sono arrivati impietosi i dati Auditel che se non parlano di un vero flop dicono che davvero poco ci manca. Da vicino nessuno è normale, infatti, ha raccolto un 5,5% di share, pari a 912mila spettatori. Un risultato tutt’altro che esaltante giunto a evidenziare, praticamente subito, tutti i limiti di una scrittura certamente ambiziosa ma evidentemente non del tutto adatta a un programma di prima serata. Del resto Cattelan è da sempre il signore del late night show adatto alla rilassatezza di un pubblico residuo. Quella nicchia che vuole e può permettersi di tirar tardi anche in mezzo alla settimana.
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ESPERIMENTO SPERICOLATO - La prima serata però è diversa. E lo è forse un po’ di più, in questa stagione tanto particolare, specie sulla seconda rete Rai. Quella degli esperimenti ma anche quella maggiormente in cerca di risposte. Arrivate da Fiorello, con un varietà del tutto fuori orario. Genere che, invece, continua a faticare nella fascia in cui da sempre storicamente si colloca. A corto non tanto di idee originali, almeno in questo caso, ma di quella capacità di dar vita alla miscellanea di contenuti necessaria a tenere insieme alto e basso, risata e emozione, cazzeggio e attenzione che davvero in pochi negli ultimi anni sono riusciti a realizzare. Soprattutto nella zona più sfidante del palinsesto dove davvero tutto può succedere, anche essere superati nettamente e sfrattati dal podio degli ascolti dal film di Italia Uno Io sono vendetta (7,05%) e tallonati dal Far West di Salvo Sottile su RaiTre (4,66%).
Starà a Cattelan ora riuscire a diventare davvero grande, compiendo quel salto capace di farlo uscire dalla tana del suo pubblico affezionato, pronto a diventare davvero di tutti. Quel salto in cui, dicono in molti, stanno gareggiando proprio lui e Stefano De Martino (altro volto di RaiDue) con un traguardo che, nel 2025, potrebbe essere la coconduzione di Sanremo.