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Corrado Augias grida a "Tele-Meloni": "Abbi cura di te, sono tempi difficili"

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Daniele Priori
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Corrado Augias è tornato in Rai per tenere a battesimo la terza stagione de “La gioia della musica” in onda da ieri sera alle 20,15 sulla terza rete. L’aperitivo di domenica, però, non è stato facile da digerire perché il maestro di televisione, ospite della trasmissione “Rebus” da lui stesso lanciata nel 2021, poi co-condotta fino alla scorsa edizione nel pomeriggio della domenica di RaiTre, si è messo a fare il ragazzino ribelle. Quello che di solito si mette all’ultimo banco e fa da controcanto beffardo alle parole del malaugurato docente in cattedra. Augias, insomma, nonostante i suoi 89 anni, si è voluto prendere la soddisfazione di manifestare il vero spirito con cui evidentemente ha accettato di riprendere la guida di un programma sulla tv pubblica dopo la stagione de “La Torre di Babele”, il suo nuovo programma, andato in onda, dallo scorso mese di dicembre, su La7.

IL DUELLO
A farne le spese è stata però una vecchia conoscenza di Augias, quel Giorgio Zanchini, anche conduttore del programma Radio Anch’io di RaiRadio1, che in tv aveva già affiancato proprio Augias, nella scorsa stagione, al timone dello stesso “Rebus” che il buon Augias domenica ha provato, con un inedito sorriso malandrino sulle labbra, a rendere irrisolvibile. Tutto è accaduto sin dall’inizio della trasmissione, quando Zanchini ha introdotto gli ospiti: Augias e il professor Alessandro Campi, per lanciare poi la copertina. «Come sta?» ha chiesto Augias al collega in conduzione che ha risposto: «Mi difendo. Lei?». «Settimana intensa...» ha sottolineato Augias come a voler girare il dito nella piaga di Zanchini, protagonista nei giorni scorsi di una incomprensione, sfociata in una polemica sull’antisemitismo con la senatrice di Fratelli d’Italia, Ester Mieli, ospite di Radio Anch’io. «Sì, insomma», ha provato opportunamente a smorzare il conduttore, «tutto passa, come si dice...». «Ora e sempre Resistenza» ha ribattuto a sua volta il partigiano Augias. «Ecco, cominciamo bene...» ha detto riprendendo scherzosamente la parola Zanchini che ne ha approfittato proprio per ricordare i siparietti con Augias della passata stagione. «Il professor Augias mi strillava ogni volta che mandavo un filmato però questa volta mi impongo», scatenando la ulteriore risposta a tono di Corrado Augias: «Fa bene a imporsi. Si dovrebbe imporre un po’ di più». Partono le immagini ma evidentemente l’anziano scrittore e maestro di televisione, continuava a rumoreggiare, tanto che Zanchini, sempre in un contesto di palleggio tutto sommato bonario, lo ha ulteriormente ripreso: «La copertina, come sa persino Augias, serve per introdurre i temi di cui ci occuperemo quest’ora assieme.

 



Lei già mordeva il freno vedendo la copertina, quindi immaginiamoci nei filmati successivi... Si dovrà tollerare». Così il maestro si è riallineato senza però mai rinunciare del tutto al gusto di una sottolineatura tra l’ironico e il polemico: «Va bene, lei è il padrone di casa, fa quello che vuole... fino ad un certo punto» , quasi a voler rimarcare il presunto guinzaglio di governo da cui lui invece è scappato alla fine dello scorso anno, salvo tornare per questo ciclo di puntate musicali su espressa richiesta dell’ad Roberto Sergio, con l’intento sufficientemente chiaro di mostrare in ogni modo tutto il suo disappunto, frattanto fatto patire tutto a Zanchini, divenuto involontariamente vittima dell’Augias clone di Jep Gambardella de “La Grande Bellezza” che amava partecipare alle feste ma ancor di più si divertiva a farle fallire. Per cui non appena l’esausto Zanchini ha aperto il capitolo dedicato, in ambito musicale, agli inni nazionali, il vecchio Corrado ha rintuzzato ancora: «Io sono un patriota...», che il conduttore, un po’ vendicandosi, ha commentato con un ironico «Bah...», con Augias che così è andato aparare dove poteva far più male: «Zanchini non si permetta di insinuare questa cosa, sennò le dico anche che sono ebreo, chiaro? La autorizzo, anzi, a chiedermelo».

CAMICIA ROSSA
Con l’imbarazzo in finale scioltosi in una risata unita all’augurio del maestro ribelle al fin troppo educato allievo, di avere cura di sé, perché «i tempi sono difficili». Parola del partigiano Corrado. Tornato in Rai evidentemente per andare al martirio cantando la lamentosa ballata del censurato. Nella speranza che il nuovo programma musicale di Rai3 sia invece realmente più gioioso. Almeno per salvare le sorti dei residui telespettatori di quella che fu TeleKabul.

 

 

 

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