Prima di domani, Giampiero Mughini e la lezione alla sinistra: "Fascismo morto e sepolto"
Dopo il caso Scurati si riaccende il dibattito su fascismo e antifascismo. Se ne parla anche da Bianca Berlinguer a Prima di domani, su Rete 4, nella puntata del 22 aprile. Tra gli ospiti in studio c'è Giampiero Mughini che pur ritenendosi un antifascista non vede alcun pericolo di ritorno del fascismo.
Incalzato dalla conduttrice, infatti, Mughini afferma: "Ritengo che ritenere decisivo oggi, nel 2024, terzo millannio la parola antifascismo, no non è decisivo. Non ci tengo in modo smisurato che uno oggi, nel 2024, si dichiari antifascista".
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E prosegue il giornalista: "È talmente ovvio che uno lo sia. Però il fascismo è morto e sepolto nel 1945, li hanno portati al muretto di Dongo, è finito in quel momento. Ma di che cosa stiamo parlando?".
"Non ci tengo in modo smisurato che uno oggi, nel 2024, si dichiari antifascista. il fascismo è finito a Dongo, nel 1945"
— Prima di domani (@Prima_di_domani) April 22, 2024
Giampiero Mughini è ospite a #PrimadiDomani pic.twitter.com/afyb9Ovqa3
Dello stesso avviso Maurizio Belpietro: "Il fascismo è finito nel '45 non c'è più nessuna possibilità che ritorni. Questo argomento viene enfatizzato solo quando al governo c'è qualcuno che non piace alla sinistra".
Stefano Cappellini, firma de La Repubblica, non è d'accordo: "Da trent'anni c'è un pezzo di destra italiana che si rifiuta di celebrare il 25 aprile. Nella Prima Repubblica solo il movimento sociale la considerava una data luttuosa e forse anche qualche dirigente di Fratelli d'Italia la considera tale".
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