Quarta Repubblica, Paolo Mieli: "Gabinetto di guerra d'Israele? Cosa hanno deciso"
L’ultimo attacco con i droni da parte dell’Iran nei confronti di Israele e la minaccia di una ritorsione immediata da parte del governo di Netanyahu ha inasprito ancor di più il clima già rovente del Medio-Oriente, dilaniato dalla guerra tra gli stessi israeliani e le forze terroristiche di Hamas. Si teme un’escalation e il prodromo di un conflitto ben più esteso e devastante. Di questo si parla a Quarta Repubblica, il programma di approfondimento politico di Rete4, condotto da Nicola Porro.
Tra gli ospiti in studio c’è anche il giornalista e saggista Paolo Mieli, per nulla ottimista sulla possibilità che Israele non vendichi l'attacco subito da quelli che sono nemici storici come gli iraniani: “Il gabinetto di guerra israeliano dice che, nonostante la mobilitazione, 9 razzi sono caduti sul territorio israeliano. Non credo che Israele colpirà annunciandolo, perché in genere fa cose mirate. Finora hanno ottenuto un grandissimo risultato, cioè che si è mossa una parte consistente dell'Occidente insieme a loro. E soprattutto di Paesi arabi. In una sera si è rimessa in moto la tela di Abramo. Secondo me faranno attenzione a non distruggere il capitale che hanno accumulato”.
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E poi conclude: “Israele deve poter continuare a vivere come gli altri paesi, finché non tornano i 134 ostaggi è impossibile tornare a vivere”. Daniele Nahum, candidato di Azione alle prossime elezioni al Parlamento europeo di Giugno, segue il timore generale di un inasprimento del conflitto: “Dal 1979 l’Iran ha l’obiettivo di cancellare Israele. Questo attacco in realtà ha rafforzato gli accordi di Abramo”. E chi teme una risposta dura di Israele è la giornalista Marta Ottaviani: “La vera notizia è che i caccia degli Emirati arabi si sono alzati in volo al fianco di Israele. Ci sarà una risposta di Israele e con un’alleanza strategica con una parte del mondo arabo”.
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