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Cristina Parodi su Giorgio Gori: "Perché mio marito è stato una limitazione"
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La carriera in tv, il giornalismo, la passione per la moda, e la famiglia. Cristina Parodi si racconta a 360 gradi in una intervista a il Corriere della Sera. Giorgio Gori, che è suo marito dal 1995, in realtà per lei è stato più un ostacolo che un aiuto.
"Giorgio non è mai stato un volano, ma in alcuni momenti una limitazione, per quel continuo timore di agevolarmi. Ci siamo innamorati a Roma: lui veniva continuamente in redazione per le riunioni. La prima volta che l’ho visto aveva 31 anni ma pareva ne avesse 18: era l’enfant prodige ed era fighissimo. Ci siamo sposati a Carpeneto, nella casa di campagna dei miei il 1° ottobre del 1995", prosegue la giornalista. "La scelta di lasciare il tiggì a Roma per tornare a Milano con Verissimo era legato anche a motivi 'organizzativi' familiari".
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Così lo ha comunicato a Enrico Mentana che era il suo direttore al Tg5: "Gli spiegai che mi era arrivata una bella proposta. 'Tu cosa faresti'? Mi sconsigliò, poi aggiunse:'Se vai via non tornerai più al Tg5'. Fui molto coraggiosa a lasciare, a pensarci oggi". Poi però è tornata. "Alla direzione arrivò Carlo Rossella e il Tg5 stava attraversando un piccolo periodo di stanca. Io venivo dai successi clamorosi di Verissimo che faceva sempre il 30% di share. Rossella era l’uomo più elegante del mondo ma con una vena pop. Mi disse: 'Perché non torni?'. Nel 2005 ero di nuovo alla conduzione delle 20".
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Poi nel 2012 ""mi richiamò Mentana che nel frattempo era a La 7 e mi suggerì di condurre un pomeridiano. La famiglia cresceva e tornare a Milano era una buona idea"." Dopo la breve parentesi a La 7 è arrivata la Rai, con La Vita in Diretta e Domenica in: sono arrivata carica di aspettative, piena di idee. Mi vedevo nel posto giusto: la televisione pubblica era molto adatta alla mia figura seria ed istituzionale. Invece in Rai, dove bisogna fare molte pr, andare a pranzo ai piani alti... io finito di lavorare volevo andare a Bergamo, dai miei figli. Ero una snob".
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Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
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