Prima di domani, Mauro Corona: "Mio padre mandò in coma mia madre tre volte"
Mauro Corona inizia con una sorta di auto-umiliazione una lunga intervista con il Corriere della Sera. Lo scrittore lo ammette subito: "Sono una me***, vittima dell’impulsività. Colpa delle botte che mi ha dato mio padre quando ero piccolo".
E non doveva essere proprio uno buono suo padre. "Mandò in coma mia madre tre volte. Finché lei scappò di casa", racconta Mauro Corona. "Avevo 6 anni, mio fratello 5, l’ultimo nato 4 mesi. La rividi che ero tredicenne". Difficile dare spiegazioni per quella violenza, per quelle botte: "Importa? Gelosia, vino...".
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Lui invece non ha mai alzato un dito sui suoi figli: "Se la brutalità orrenda di mio padre mi ha insegnato qualcosa, è di non alzare mai le mani", dice lo scrittore. "Sì, qualche litigata quando stavo con mia moglie, ma erano più le pignatte in testa che buscavo io". Mauro Corona ha affermato che darebbe"in pasto gli autori dei femminicidi ai parenti delle vittime". Ora si spiega meglio: "Era una provocazione. Siccome agli assassini viene sempre riconosciuta l’infermità mentale, li chiuderei in una stanza con i genitori della donna uccisa. Legati, però".
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Quindi parla dello spiacevole, infelice, insulto a Bianca Berlinguer durante una puntata di Cartabianca, quando il programma andava in onda su Rai 3 e lui le disse: "Stia zitta una buona volta, gallina". "Fu un malinteso. Volevo chiedere scusa a un albergatore di Bagno Vignoni. Lei la scambiò per una marchetta. Quella sera avevo bevuto. Penso di aver pagato".